Il ministro Boschi (chissà perche lei) annuncia in Parlamento che la famosa somma (giudicata bassissima) di 20 milioni di euro per le Tv che vogliano dismettere le frequenze potrebbe essere aumentata. Ma non si sa di più e tutto resta fumoso e anche ‘pericoloso’ per il settore televisivo locale.
Le notizie le prendiamo da TeleradioFax di Aeranti-Corallo:
«Al fine di individuare soluzioni alla problematica, Aeranti-Corallo ha ripetutamente chiesto al Sottosegretario Giacomelli: l'avvio di tavoli tecnici, con il coinvolgimento anche delle Amministrazioni estere, per esaminare le problematiche interferenziali lamentate e individuare le soluzioni di compatibilizzazione; la pianificazione per le emittenti locali dei canali liberi tra quelli esclusi dall'ex beauty contest e tra quelli non assegnati in sede di beauty contest. Tali canali potrebbero essere assegnati in sostituzione di eventuali canali da dismettere; l'aumento dello stanziamento per le misure compensative destinate alla dismissione volontaria dei canali interferenti e l'esclusione di tali misure dalle entrate soggette ad imposizione fiscale; il differimento di almeno sei mesi della data del 31 dicembre 2014 prevista per le dismissioni degli impianti.
Occorre, tuttavia, rilevare che, al di là di generiche affermazioni di voler incrementare lo stanziamento per le misure compensative, non è ancora stata data concreta risposta ad alcuna delle richieste avanzate da Aeranti-Corallo. In mancanza di soluzioni concrete, molte imprese televisive locali non potranno più svolgere l'attività di operatori di rete e avranno, quindi, grandi difficoltà per diffondere i propri programmi (dovendo raggiungere un accordo per il trasporto di tali programmi da parte di un operatore di rete terzo che, svolgendo la propria attività nella stessa area geografica, potrebbe essere un concorrente diretto); tutto ciò avrà inevitabili conseguenze sulla continuità aziendale delle emittenti interessate e sul relativo quadro occupazionale.
Lo scorso mercoledì 12 novembre, nell'ambito del question time alla Camera dei Deputati, l'on. Davide Caparini (gruppo Lega Nord per le Autonomie) e altri 18 Deputati della Lega Nord… hanno presentato un'interrogazione a risposta immediata al Ministro dello Sviluppo economico, concernente le problematiche evidenziate da Aeranti-Corallo in ordine alla esclusione dalla pianificazione in molte regioni di numerose frequenze televisive digitali terrestri ritenute interferenti con stazioni di paesi esteri confinanti e sulle iniziative che il Ministero intenda intraprendere a tutela del settore televisivo locale.
A tale interrogazione ha risposto il Ministro per le Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che si è limitata ad annunciare l'intenzione del Governo di voler aumentare il fondo già predisposto per l'indennizzo delle emittenti locali che libereranno volontariamente tali frequenze.
Nella propria replica, l'on. Caparini ha evidenziato che “le frequenze, per chi fa televisione, sono come l'acqua e la farina per i panettieri, sono l'essenza stessa del lavoro. Con la modifica del piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale il Governo chiede ai possessori di una frequenza televisiva di restituirla dopo che l'hanno utilizzata vent'anni per fare impresa. Parlare di un indennizzo è una presa in giro che equivale a dire di chiudere l'impresa”.
Frattanto, numerosi altri parlamentari hanno annunciato l'intenzione di presentare interrogazioni sulla materia…
A seguito del question time dello scorso mercoledì, il Presidente della Commissione IX della Camera, on. Michele Pompeo Meta, ha affermato che occorrerebbe una proroga al termine del 31 dicembre; “un'ipotesi di buonsenso - ha detto - potrebbe essere quella di prorogare il termine fino al 30 giugno 2015”.
In una propria nota, la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa) parla di “allarme rosso per il sistema delle Tv locali, che paga la crisi dei mercati pubblicitari, per i gravi ritardi nell'erogazione dei contributi pubblici, per l'esplosione del problema delle frequenze di confine e delle interferenze estere che possono portare a breve allo spegnimento di decine di emittenti”.
A livello territoriale, dopo la presentazione di un Ordine del giorno al Consiglio regionale della Puglia, con cui viene chiesto al Governo di rivedere la delibera Agcom n. 480/14/CONS, ha fatto seguito, in Sicilia, un'iniziativa dell'on. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars (l'Assemblea regionale siciliana), che ha presentato un'interrogazione al presidente Rosario Crocetta, con cui si chiede al governo regionale di prendere posizione in merito, interagendo con Roma e sollecitando un confronto tra l'esecutivo nazionale e le associazioni di categoria.
Molte emittenti stanno, frattanto, predisponendo ricorsi al Tar Lazio per chiedere l'annullamento della delibera Agcom n. 480/14/CONS.
Numerose sono le Tv locali che hanno trasmesso in questi giorni servizi e interviste sulla problematica.
Il quotidiano 'Avvenire', sempre particolarmente attento alle tema-tiche del settore, ha pubblicato due ampi servizi, mercoledì 12 e giovedì 13, sotto il titolo di “Teleghigliottina”. Una trasmissione di approfondimento, cui parteciperanno, tra gli altri, Marco Rossignoli e Luigi Bardelli, verrà realizzata da Tv 2000 martedì 18 novembre.
Frattanto, in attuazione delle previsioni del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con modificazioni dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9 (che prevede misure compensative per 20 milioni di euro, da ripartire tra i soggetti interessati alla dimissione volontaria dei canali), in data 6 novembre il Ministero dello Sviluppo economico ha avviato una consultazione, con scadenza 10 dicembre, termine entro il quale potranno essere inviate allo stesso Ministero osservazioni e commenti sullo schema di provvedimento.
Occorre, tuttavia, rilevare che con tale esiguo stanziamento ben difficilmente ci saranno richieste di dismissione volontaria: è evidente, infatti, che tale importo debba essere fortemente aumentato e sarebbe altresì necessario che le misure compensative non siano soggette a imposizioni fiscali».
Detto che anche l'associazione Rea è molto attiva sul tema, vediamo ora invece l'analisi (che entra nel merito delle possibili mosse del Ministero con uso di nuovo di graduatorie) di Confindustria Radio-Tv:
«L'Associazione Tv Locali aderente a Confindustria Radio Televisioni ha avuto modo di esaminare i criteri e le modalità adottati e posti in questi giorni in consultazione pubblica dal Mise ai fini dell'attribuzione di misure economiche di natura compensativa a favore degli operatori abilitati alla diffusione di servizi di media audiovisivi in ambito locale.
Il tema noto si collega alla liberazione delle frequenze riconosciute a livello internazionale ed utilizzate dai Paesi confinanti, pianificate ed assegnate ad operatori di rete in Italia ed oggetto di accertate situazioni interferenziali ai sensi del DL 23/12/2013, n. 145 (conv. con modifiche dalla L. 21/2/2014 n. 9).
La valutazione è fortemente negativa e le ragioni saranno illustrate dal Presidente Maurizio Giunco in un'apposita audizione che sarà chiesta prossimamente al Ministero di cui possiamo anticiparvi alcuni passaggi…
Di fronte alla sopraindicata situazione di estrema criticità (in molte regioni infatti, come più volte da noi evidenziato, non viene più rispettato l'obbligo di legge della riserva di un terzo delle frequenze alle emittenti televisive locali) nella sua Delibera l'Agcom ha auspicato una futura revisione del corredo frequenziale finalizzata a destinare ulteriori risorse alla costituzione di reti locali tenendo conto fra l'altro:
a) dei canali non pianificati per le reti nazionali ai sensi della Delibera 451/12/CONS;
b) degli esiti dell'attività di coordinamento internazionale in corso;
c) del futuro assetto della banda VHF a seguito della gara esperita per l'assegnazione dei tre multiplex nazionali.
In particolare nell'art. 3 della Delibera la stessa AGCom ha
previsto che il Ministero, al fine di perseguire l'obiettivo dell'efficiente utilizzo delle risorse di spettro radioelettrico, debba favorire per quanto possibile il mantenimento delle aree di servizio delle reti di maggior estensione, nonché agevolare, attraverso la formazione di consorzi, l'aggregazione di operatori di rete titolari di diritti d'uso delle frequenze (condivisione del multiplex). Ciò in modo da ridurre la domanda a fronte della riduzione delle risorse dello spettro disponibili a causa della modifica del Piano di assegnazione delle frequenze. Il Sottosegretario Giacomelli (proprio in quanto consapevole del grave impatto che l'applicazione della Delibera 480/14/CONS avrebbe causato) ha espresso più volte l'intento di far coincidere l'emanazione dei nuovi criteri ministeriali e soprattutto delle loro devastanti ricadute, con l'avvio di una legge di riforma di sistema che evitasse la chiusura delle aziende più solide a favore di quelle inesistenti.
Con la bozza contenente tali criteri messa a consultazione, il Ministero ha previsto che per il volontario rilascio delle frequenze venga erogata la somma, attualmente stabilita per legge, di 20 milioni di euro, somma assolutamente irrisoria rispetto al numero di soggetti coinvolti e insufficiente per spingere alla liberazione volontaria delle frequenze, né vengono ipotizzati altri strumenti o soluzioni che possano attenuare l'impatto del nuovo piano frequenze.
Per la quota di stanziamento che non verrà assegnato, i criteri adottati dal Ministero (v. DL 145/2013, convertito con modificazioni dalla L. 9/2014) prevedono nel caso in cui non si raggiunga in una o più regioni il numero effettivo di frequenze da liberare (caso quasi certo proprio per l'esiguità delle somme a disposizione) di erogare indennizzi ridotti del 30% a quei soggetti non risultanti più in posizione utile nelle precedenti e deleterie graduatorie di assegnazione delle frequenze (art. 4 DL 31/3/2011 n. 34, conv. con mod. dalla L. 26/4/2011 n. 75) .
Come si ricorderà tali graduatorie sono state fortemente contestate (ancora deve essere discusso presso i Tribunali un considerevole numero di ricorsi presentati contro di esse) per aver generato situazioni paradossali a danno delle emittenti maggiormente strutturate. Tali imprese (attraverso intese di ufficio imposte dall'Amministrazione prevedenti sommatorie di punteggi degli operatori che operavano su identica frequenza), si sono viste “scavalcate” se non escluse, per lo più a favore di piccoli o piccolissimi soggetti, di cui molti oggi non più esistenti o trasformati da sostanziali mutamenti aziendali. L'impatto causato dall''utilizzo delle “vecchie” graduatorie di assegnazione delle frequenze sarà quindi devastante.
Nella regione Veneto ad esempio, le frequenze disponibili si riducono da 18 a 10; di conseguenza tutti i soggetti risultanti collocati nelle vecchie graduatorie dalla 10a alla 18a posizione si troverebbero escluse. Fra queste vi sarebbero la prima, la seconda e la terza emittente delle regione in termini di ascolti Auditel e occupazione. Possiamo credere che l'intento del Governo sia questo? Non resta che augurarci che la prevista consultazione sia utile ad inquadrare la problematica in un progetto di più ampio respiro che elimini una volta per tutte decreti e regolamenti emergenziali dell'ultimora, scollati dalla realtà del complesso sistema televisivo locale, e segni finalmente una seria fase di riflessione sul futuro dell'emittenza locale».