Frequenze sarde: c’è l’accordo

Il tanto atteso tavolo sul piano delle frequenze in digitale in Sardegna ha raggiunto un’ipotesi di accordo che sembra soddisfare tutti. È un piccolo ‘miracolo’ che permetterà di andare avanti sulla strada del digitale in Tv.

Ecco la nota dell'agenzia Apcom:

«"Il tavolo tecnico convocato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni d'intesa con il Ministero delle Comunicazioni - annuncia una nota dell'AgCom - ha raggiunto l'accordo sulla configurazione e sul numero delle reti digitali terrestri da realizzare da parte delle Televisioni nazionali e locali nella Regione Sardegna in vista dello switch-off della televisione analogica.OL'accordo è stato condiviso dalla Rai e da tutti gli operatori televisivi, nazionali e locali, presenti in Sardegna.

'Si tratta di un risultato importante per tutto il Paese - ha dichiarato il presidente dell'Autorità Corrado Calabrò - anche perché è la prima volta che in Italia si arriva a un accordo, condiviso da tutti gli operatori, sulla pianificazione delle frequenze televisive. L'Autorità si è fortemente impegnata per giungere a questo risultato che, dopo decenni di disordine nell'uso delle frequenze, allinea l'Italia alla pianificazione internazionale decisa a Ginevra nel 2006 e rende in prospettiva efficiente e pluralistico l'uso dello spettro radiOElettrico, come ci richiede la Commissione europea. Nel tavolo - sulla base dei principi stabiliti dall'Autorità - si è tenuto conto di tutte le esigenze prospettate: copertura universale e sviluppo del servizio pubblico radiotelevisivo, salvaguardia della continuità delle trasmissioni attualmente irradiate e degli investimenti già effettuati, garanzia del ruolo delle emittenti locali nella Televisione digitale, ingresso nel settore di nuovi operatori di rete, sviluppo della televisione in mobilità e delle nuove tecnologie'.

"Ora - ha aggiunto Calabrò - il percorso di trasformazione della Televisione da analogica a digitale, che la legge prevede si concluda entro il 2012, ha una strada tracciata che consentirà di programmare gli investimenti necessari per il raggiungimento dell'obiettivo in condizioni di certezza e nel rispetto degli accordi internazionali'".

"Sulla base dei criteri dettati dall'AgCom nella delibera n. 603/07/CONS e delle risorse di frequenze disponibili in Sardegna, derivanti dalla Conferenza di Ginevra 2006, l'accordo - spiega ancora la nota dell' Agcom - prevede che delle 21 frequenze in UHF con copertura superiore all'80 per cento del territorio, 14 siano assegnate alle emittenti nazionali e 7 alle emittenti locali di estensione regionale, secondo criteri equi, trasparenti e non discriminatori; 2 frequenze in VHF con copertura superiore all'80 per cento del territorio all'emittenza nazionale; 6 frequenze con coperture tra il 50 e il 70 per cento per territorio all'emittenza nazionale; 10 frequenze con copertura subregionale alle emittenti locali, pluriprovinciali e subregionali. Tra le frequenze con copertura superiore all'80 per cento, 2 sono riservate all'ingresso di operatori nuovi entranti, secondo le regole che saranno determinate dall'Agcom e dal Ministero; 5 frequenze di copertura subregionale costituiranno una riserva che potrà essere utilizzata nella fase della negoziazione negli accordi nazionali e bilaterali con i Paesi confinanti".

"Tale suddivisione - si legge ancora - tiene conto delle seguenti esigenze: assicurare alla Rai le frequenze necessarie per la copertura uniforme del territorio per la trasmissione dei programmi analogici e digitali, tenuto anche conto delle peculiarità della rete regionalizzata (RaiTre) e dell'esigenza di sviluppare applicazioni innovative (quali i servizi in mobilità) come prevede la legge e il contratto di servizio con la Rai; assicurare la continuità delle trasmissioni degli attuali operatori televisivi sia in analogico che in digitale, salvaguardando il servizio all'utenza e gli investimenti effettuati e fornendo garanzie di copertura del territorio anche alle emittenti nazionali che attualmente hanno un 'deficit' di copertura; assicurare alle emittenti locali risorse necessarie per mantenere e migliorare le proprie coperture; mettere a disposizione risorse per i nuovi entranti"».

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