Cade il patto del Nazareno, per ‘mitico che fosse’, e si muove tanto nella politica e in Parlamento. Verrebbe da riflettere molto sui danni che continua a produrre l’eterno e irrisolto problema del conflitto di interessi ma ci limitiamo a raccontare alcuni degli effetti della rottura fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
Come noto, è in discussione in Parlamento il decreto Milleproroghe al cui interno sono previste norme anche sul problema dei canoni da corrispondere per l’uso delle frequenze Tv. Finora ci si era limitati a prevedere che tutti corrispondessero entro gennaio il 40% di quanto avevano pagato nel 2013, in attesa che il Governo decidesse come eventualmente mettere mano al provvedimento Agcom in materia, emanato lo scorso anno fra le proteste generali. L’Agcom infatti faceva lo sconto ai grandi gruppi (Rai e Mediaset) e imponeva alle Tv locali cifre assolutamente fuori mercato, spingendole di fatto a rinunciare all’attività di operatori di rete (solo questi ultimi ora pagheranno il canone in oggetto).
Il Governo era sì intervenuto ma con provvedimenti tampone, senza far capire quali fossero le sue intenzioni in materia e lasciando irrisolti altri problemi gravi come quello dei diritti amministrativi, a loro volta onerosissimi per le Tv locali.
Ora un nuovo emendamento voluto dal governo al Milleproroghe stabilisce che sarà un decreto del Ministero dello Sviluppo economico a determinare “in modo trasparente, proporzionato allo scopo, non discriminatorio l'importo dei diritti amministrativi e dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze televisive in tecnica digitale”.
In sostanza in base a questa norma Rai e Mediaset sarebbero chiamate a ridistribuire agli altri operatori una cifra che si aggirerebbe sui 50 milioni di euro. Il pagamento sarebbe previsto entro il 30 giugno, mentre finalmente per le Tv locali si prenderebbe atto che le richieste attuali di oneri sono insostenibili e si agirebbe di conseguenza (vedremo come e quali cifre saranno richieste).
Si sa che se si tocca la Tv, Berlusconi torna ad essere molto aggressivo e lo stesso vale per Forza Italia, per quel che riesce ad esserlo nelle (precarie) condizioni attuali. Così l'emendamento, dopo una mattinata di discussione nelle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali della Camera, è stato accantonato e rinviato alla prossima settimana.
Naturalmente il Governo nega di aver cambiato linea e Forza Italia tace, per non dar adito ad altre polemiche, ma i fatti sembrano più forti di ogni diversa interpretazione delle cose. Se non altro, sono state improvvisamente riscoperte le esigenze delle Tv locali, che potrebbero alla fine, una volta tanto, guadagnarci…