FRT: no alla “tassa di scopo” per il cinema

Il Presidente della FRT Filippo Rebecchini protesta contro l’ipotesi di un prelievo forzoso – una vera e propria tassa di scopo – sui ricavi dei soggetti che utilizzano i film in Televisione per alimentare un’Agenzia nazionale per il cinema, destinata a finanziare questa forma di spettacolo.

Filippo Rebecchini, Presidente della FRT - Federazione Radio Televisioni associazione di categoria della imprese radiotelevisive private, cui sono associate le più importanti emittenti televisive e radiofoniche nazionali e locali ha detto:

«Non sembrano aver sortito il benché minimo effetto le unanimi osservazioni degli operatori televisivi nel corso delle recenti audizioni al Senato, tutte contrarie all'ipotesi di prevedere un prelievo forzoso - una vera e propria tassa di scopo - sui ricavi dei soggetti che utilizzano i film in Televisione per alimentare un'istituenda Agenzia nazionale per il cinema, destinata a finanziare tale attività nel nostro Paese.

Le indiscrezioni anticipate in questi giorni da autorevoli quotidiani parlano, oltre che dell'apposita legge già proposta dalla maggioranza, anche di una serie di misure che in proposito il Governo sarebbe intenzionato a introdurre surrettiziamente e pericolosamente già nella prossima legge finanziaria. Un provvedimento, quest'ultimo, dall'iter parlamentare convulso e tale da impedire ogni possibile discussione su una materia così controversa, considerando peraltro che in nessun Paese - tranne la Francia, ove però le condizioni di diffusione del prodotto cinematografico nelle sale e sulla Tv sono assai diverse - è prevista una simile vessazione nei confronti di imprese come quelle televisive, che già sostengono, sin dalla fase di produzione e con rilevante impegno economico, l'industria cinematografica italiana.

La FRT, a nome di tutte le emittenti televisive nazionali e locali associate, non mancherà comunque di far sentire la propria voce contro una tassa palesemente incostituzionale, distorsiva del mercato, dannosa per lo sviluppo delle nuove tecnologie, frutto di una mentalità dirigistica; se introdotta, il danno finirebbe, paradossalmente, per ripercuotersi soprattutto su quella cinematografia nazionale che si vorrebbe prioritariamente tutelare".

Pubblica i tuoi commenti