Finito il tempo dei rumors, la conferma ufficiale in una nota dell'azienda: Milena Gabanelli assunta in Rai con un importante ruolo direttivo. La videoreporter, che negli anni ha dimostrato a Report la propria credibilità professionale, seguirà lo sviluppo dell'informazione digitale Rai
“Il CdA – si legge in un comunicato stampa Rai datato 7 febbraio 2017 - ha accolto positivamente la comunicazione, da parte del Direttore Generale, dell’assunzione di Milena Gabanelli come vicedirettore della Direzione per il Coordinamento dell’Offerta Informativa, con l’incarico dello sviluppo del progetto dell’informazione digitale. L’intero CdA ha voluto esprimere il proprio apprezzamento per la figura di Milena Gabanelli, professionista di provata ed eccellente esperienza, da decenni volto e guida di Report, programma di inchiesta che incarna lo spirito dell’informazione di Servizio Pubblico, certo del valore che la giornalista porterà all’azienda anche nel suo nuovo ruolo”.
Così è scritta la parola fine alle indiscrezioni - e alle polemiche che ne sono seguite, aventi ad oggetto soprattutto la mancata comunicazione/concertazione della manovra da parte del direttore con il CdA, che ha dichiarato di aver appreso della decisione dalla stampa - sul nuovo incarico (a tempo determinato con contratto della durata di due anni e mezzo, si dice) che il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto ha voluto affidare all'autrice di Report. Autrice che, in ottobre, all'ultima edizione del programma (la ventesima!), aveva annunciato la propria intenzione di lasciare la guida della trasmissione di inchieste al collega Sigfrido Ranucci, così da potersi dedicarsi ad altro. "Il direttore generale e il direttore di rete le hanno provate tutte per farmi cambiare idea – commentava Milena Gabanelli - ma dopo tanto tempo penso che sia giusto che siano loro, i miei inviati, a portare avanti un programma che hanno contribuito a creare, facendone una trasmissione di successo. (…) Io continuerò a fare il mio mestiere, dentro questa Rai dove sono stata sempre libera di raccontare ciò che ho ritenuto utile e doveroso”.
A lei, già allora, il plauso dell'azienda per voce del suo direttore generale Antonio Campo Dall'Orto: “Milena è una grande giornalista che ha saputo innovare linguaggi e contenuti nel mondo dell'informazione. (…) Lo stile sobrio ed efficace, lontano da qualsiasi tentazione moralista e vittimista, e il suo giornalismo non solo di denuncia ma anche e soprattutto di proposta hanno reso il suo linguaggio contemporaneo, autorevole e rispettoso del pubblico (…) Milena è e resterà una colonna portante della nostra missione di servizio pubblico di informare in modo universale e in maniera libera da condizionamenti. A nome di tutta la Rai la ringrazio per ciò che ha fatto in questi 20 anni e per tutto quello che ancora farà.”
Freelance da sempre, Milena Gabanelli, milanese classe 1954, dopo la laurea al Dams di Bologna nel 1977, ha iniziato la propria carriera giornalistica alla sede regionale Rai dell'Emilia Romagna per poi passare a collaborare con Giovanni Minoli a Mixer, dove è stata inviata dal 1989 al 1996, anno in cui, terminata la palestra di “Professione Reporter” con cui ha formato la propria squadra di videoreporter freelance, è passata all'ideazione e alla conduzione del programma di inchieste Report nel 1997 (con un contratto esterno da autrice).
Le prime anticipazioni su ciò che la giornalista sarebbe stata chiamata a fare nel post-Report, hanno iniziato a esser nell'aria in gennaio, poco dopo le dimissioni del direttore per l'Offerta informativa Carlo Verdelli e le proposte per il “piano news” discusse dal direttore generale Rai in Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nell'audizione del 25 gennaio. Audizione in cui per altro il programma Report è stato ricordato dal senatore Alberto Airola per il risultato di 1 milione e 165mila fan su Facebook come esempio di qualità che viene premiata e direzione da seguire.
In audizione, Antonio Dall'Orto ha avuto modo di illustrare gli obiettivi della nuova sfida informativa della radiotelevisione pubblica italiana, a cui ora anche Milena Gabanelli è chiamata a sovrintendere. “Consolidare la leadership dal punto di vista informativo laddove l'abbiamo – aveva spiegato il direttore - e riuscire a conquistarla laddove invece magari abbiamo accumulato ritardo, con un atteggiamento di lungo periodo (…) Altro concetto per me importante è che lo facciamo facendo leva sulla forza di ciò che abbiamo dentro. (…) Questo vuol dire partire dal perimetro di persone che abbiamo, quindi garantire quel perimetro di occupazione, ma vuol dire anche fare un grande sforzo e un grande investimento in termini di formazione.” Un piano permeato su “modernizzazione del prodotto e del modo in cui andremo a offrirlo, e la razionalizzazione dei processi e delle strutture” e giocato su due importanti fronti: il progetto “Digital First”, nome in codice Rai24, e il progetto “Newsroom Italia” - mettendo a sistema RaiNews 24, TGR e Rai Parlamento - per la costruzione del motore informativo dell'azienda attraverso una rete di informazione pervasiva e tempestiva. Missione principale “una maggiore familiarità con le nuove tecnologie e quindi passare all'idea di strutturare il redattore multimediale” (utilizzando poi RaiPlay come “ponte tra l'informazione classica e quella digitale”). “Il principio è il presidio di tutte le piattaforme”, per altro sfruttando “un vantaggio competitivo molto forte rispetto agli altri, (…) la possibilità di avere nel nostro profilo breaking news anche il collegamento con il video live” e mettendo a sistema Rai Academy per quanto riguarda la formazione. Una direzione che muove all'ascolto delle realtà locali, così come di recente già sperimentato a Cervinia – cita il direttore - “quando siamo intervenuti per raccontare cosa stava succedendo alle persone che non riuscivano a scendere dalla funivia, e l'interazione tra TGR e News 24 è avvenuta proprio in questo modo, cioè il redattore regionale è andato lì, ha filmato addirittura in quel caso con Whatsapp video e ha trasmesso i materiali che poi sono andati dentro il circuito informativo”. Risultato finale? Complementarità, pervasività e tempestività dell'informazione Rai, “attraverso la maggiore distintività dei brand Rai, con l'obiettivo di coprire al 100 per cento possibilità e modalità distributive dell'informazione contemporanea, con prodotti declinati ad hoc per ogni singolo linguaggio”.
Il “Ministero della menzogna Rai”, premia la sua serva per aver messo le figure alla inchiesta contro Agon channel. Iniziativa di un pregiudicato che però aveva il merito di mettere in chiaro cosa è diventata la Rai: un ricettacolo di mediocri e cultura della mediocrità che insegue la tv commerciale nei più bassi meandri della del cattivo gusto. Agon channel, tirandosi fuori (Albania) dalla gabbia fiscale che attanaglia questo paese poteva semplicemente pagare di più i faccioni che questo”Ministero della post-verità” vi propina ogni giorno sprofondando questo paese sempre più giù. Agon channel rappresentava un pericolo per questa Mafia.