Non sono mancati ‘effetti collaterali’ nel conflitto che ha di nuovo insanguinato il Medio Oriente e che ha visto di fronte israeliani e Hamas per la striscia di Gaza. A fare le spese della guerra sono state anche strutture radio-tv e giornalisti.
I bombardamenti israeliani a Gaza hanno fatto vittime anche tra gli operatori dei media. Sono stati tre, per intanto, i giornalisti uccisi nel settimo giorno di “conflitto” riaccesosi dopo il lancio di missili su Israele. Si tratta di due cameramen palestinesi dalla stazione Tv Al-Aqsa, Mohamed al-Kaoumi e Hossam Salameh, morti per un razzo che ha colpito il loro veicolo, e del direttore esecutivo di Al-Quds Educational Radio, Mohammed Eisah di Abu Moussa.
È stata colpita anche la torre dove si trovano gli uffici dell'agenzia France Presse nel quartiere Rimal, ma nessun giornalista in questo caso è rimasto ferito. In un'intervista rilasciata ad Al-Jazeera alcuni giorni fa, il portavoce del governo israeliano, Mark Regev, ha detto che i giornalisti di Al-Aqsa non erano giornalisti “legittimi” come quelli della BBC o di Al-Jazeera.
Dall'inizio dell'operazione di difesa contro la striscia di Gaza, 11 giornalisti sono stati feriti: sei si trovavano presso la torre di Hassri Wa Al-Shawa a Gaza City il 18 novembre; tre dipendenti di Al-Aqsa Tv sono stati invece feriti quando due missili hanno colpito l'edificio Al-Shourouk, situato nel quartiere Rimal nella parte occidentale della città e conosciuto come il "Palazzo dei giornalisti".
Due sono stati tratti in salvo nell'attacco contro l'edificio di Al-Shourouk: sono Ahmed Al-Ridi, un cameraman di Al-Arabiya, e Ahmed Al-Achkar, un operatore della stazione locale Houna Tv Al-Qods. Secondo il personale medico dell'Ospedale Al-Shifa, erano solo leggermente feriti e sono stati scaricati due ore più tardi, dopo il trattamento.
Reporter senza frontiere ha condannato fermamente gli attacchi intenzionali sugli operatori dei media ed ha evidenziato che, in base al diritto umanitario, i giornalisti hanno diritto alla stessa protezione dei civili e non devono essere considerati come obiettivi militari.
"Gli attacchi anche su questi obiettivi civili - ha detto il segretario generale di Reporter senza frontiere Christophe Deloire - sono crimini di guerra e gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra. I responsabili devono essere identificati".