Pubblicati i risultati dell’inchiesta promossa da Altratv.tv con Agoravox. Coinvolti oltre 530 media di micro citizen journalism accesi in Italia. I dati in anteprima per Millecanali.
Si denunciano temi sociali e cronaca, tra l'indifferenza delle istituzioni. Un terzo dei videomaker ha subito minacce dopo le inchieste. E intanto aumenta l'uso di telecamere nascoste.
Si va dall'incrocio pericoloso al tetto della scuola in amianto, dagli affidamenti delle case popolari all'insicurezza sui cantieri. C'è anche chi ha installato nel proprio portale un contatore, spento soltanto quando l'azienda di servizi elettrici chiamata in causa ha risposto.
Stiamo parlando di “Generazione Watchdog”, ovvero cane da guardia. Si moltiplicano in rete i canali di denuncia, sul modello del giornalismo anglosassone. Il monitoraggio annuale promosso dall'osservatorio Altratv.tv in collaborazione con AgoraVox descrive un forte coinvolgimento con la comunità cittadina (per il 71% dei canali c'è maggior gradimento degli utenti), ma lamenta l'indifferenza delle istituzioni (34%), se non addirittura il boicottaggio (8%).
La ricerca - elaborata dai ricercatori Alessandro Saponara e Veronica Fermani - offre dati in chiaroscuro: scarso il livello di apertura alle inchieste proposte dai navigatori (avviene solo nel 20% dei canali), ma alta la possibilità di interazione (per il 79% è attiva la funzione commento). Solo un canale su quattro ha sezioni specifiche destinate a questo genere di programmazione: si denunciano temi legati al sociale (42%) oppure alla cronaca (25%), meno quelli legati alla politica (19%).
La metà dei micro media intervistati non ha dato seguito alle inchieste. La denuncia, però, lascia il segno: il 34% dei videomaker ha subito minacce. Intanto le strumentazioni diventano più sofisticate, grazie all'abbattimento dei costi del digitale: il 16% ricorre all'uso di telecamere nascoste.
L'intero rapporto sarà disponibile da lunedì 30 maggio su Altratv.tv.