Gentiloni e Calabrò: “Il database delle frequenze”

Con una conferenza stampa congiunta il nuovo Ministro delle Comunicazioni Gentiloni e il Presidente dell’AGCOM Calabrò hanno annunciato un’importante intesa volta alla realizzazione, entro il gennaio 2007, di un Database delle frequenze televisive utilizzate in Italia.

L'iniziativa potrebbe comportare per le emittenti un nuovo 'censimento' (parola che evoca nelle Tv ricordi non esattamente piacevoli) ma appare in effetti l'unica possibilità per intervenire finalmente con serietà e concretezza (se poi lo si vorrà fare effettivamente e se ci si riuscirà, naturalmente) in una situazione 'pesante' (a dir poco) che qualifica in senso negativo il nostro Paese nel contesto europeo, come abbiamo più volte sottolineato anche su Millecanali.

Ma vediamo ora che cosa è stato annunciato di preciso nella puntuale cronaca pubblicata dai colleghi di 'Key4biz'.

Secondo le dichiarazioni di Gentiloni, «"l'obiettivo è quello di superare l'attuale 'buco informativo' che è andato configurandosi nel corso degli anni e che rende problematici gli interventi di regolazione del mercato televisivo" .

In base all'accordo (con Calabrò) sarà realizzato un unico archivio dei dati - in grado di rappresentare un preciso riferimento per ogni intervento in materia di frequenze Tv - ed al contempo verrà razionalizzato l'utilizzo delle risorse tecniche dei due organismi (Ministero e Authority), accelerando i tempi della realizzazione dell'archivio stesso.

In particolare l'iniziativa consentirà di disporre di uno strumento aggiornato sulla situazione di utilizzo delle frequenze, che potrà servire alla verifica circa l'efficiente utilizzazione dello spettro radiOElettrico, all'individuazione di frequenze ridondanti e al miglior uso delle risorse disponibili, oggi particolarmente limitate rispetto alla domanda.

"In questo settore - ha detto il Ministro - l'intenzione del Governo e dell'Autorità Garante delle Comunicazioni è quella di avviare una sorta di 'operazione trasparenza', recuperando un ritardo omai storico: l'ultimo censimento delle frequenze televisive risale al 1990 ed è la base dei dati oggi in nostro possesso. Ma è una base dati estremamente lacunosa. Negli anni successivi si sono accumulate diverse situazioni di fatto che hanno portato il nostro Paese ad avere circa 24.000 impianti frequenze contro la metà circa di Paesi come la Francia e la Germania".

Il compito di provvedere alla realizzazione del Database - partendo dalle informazioni attualmente in possesso del Ministero - sarà affidato ad un gruppo di lavoro congiunto tra il Ministero delle Comunicazioni e l'AGCOM. Con il gruppo di lavoro saranno impegnati su tutto il territorio nazionale gli Ispettorati della Comunicazione e la Polizia delle Comunicazioni. L'intesa soddisfa le comuni esigenze del Ministero, che istituzionalmente deve tenere un Registro Nazionale delle Frequenze, di cui il settore televisivo è parte, e dell'AGCOM, che ha la necessità di costituire un Catasto Nazionale delle Frequenze, i cui dati confluiranno nel Registro degli Operatori di Comunicazione (R.O.C.).

"Al termine di questo censimento saremo in grado di capire qual è la distribuzione della capacità di trasmissione e quindi di poter introdurre dei tetti antitrust alla detenzione delle risorse - ha detto Gentiloni - . I limiti, che attualmente non esistono, potrebbero essere indicati anche prima della conclusione del censimento con una legge che poi rinvii l'applicazione al momento della conclusione dell'operazione di ricostruzione della realtà".

Anche per il Presidente dell'Agcom Calabrò è "fondamentale conoscere la reale situazione delle frequenze televisive utilizzate, lo stato di effettiva utilizzazione degli impianti, e non per meri fini dottrinali o di pura esigenza informativa ma per poter intraprendere un processo di razionalizzazione che porti ad piano regolatore responsabile delle frequenze. Quale sarà la conseguenzaO Le frequenze non utilizzate o non razionalmente utilizzate dovranno essere restituite"».

Gentiloni ha poi ribadito questi concetti parlando a Lussemburgo, a margine del Consiglio trasporti, tlc ed energia UE. L'argomento frequenze è molto scottante, anche perché è il tema della conferenza di Ginevra dell'ITU (International Telecommunication Union - ONU), che si chiude il 16 giugno e discute della revisione del Piano di Stoccolma del 1961 ancora sulle frequenze, in vista del passaggio al digitale. E qui il rischio è che l'Italia subisca un forte ridimensionamento del proprio patrimonio di frequenze.

Gentiloni ha anche avuto un incontro con Viviane Reding, Commissario Ue alla Società dell'Informazione e Media, per discutere della nuova Direttiva Tv senza Frontiere. "L'Italia - ha spiegato Gentiloni - condivide molti aspetti della proposta, anche se c'è qualche "preoccupazione" su alcune questioni riguardanti "la possibile proliferazione di nuove forme di pubblicità Tv che potrebbero accentuare qualche situazione di squilibrio esistente in Italia".

Si tratta delle modifiche inerenti la discussa questione del product placement, che in Italia è stato da poco liberalizzato nelle opere cinematografiche, mentre Viviane Reding intende renderlo legale in generale per tutta la fiction, con forte preoccupazione, per esempio (per i riflessi nel campo pubblicitario), in Italia della FIEG (editori dei quotidiani).

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