Gentiloni: “Una nuova strategia per il digitale terrestre”

Digitale terrestre, regole antitrust e servizio pubblico sono i tre temi su cui il nuovo Governo si propone di intervenire nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Lo ha detto il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, nel corso di un convegno dell’Isimm.

"L'Italia ha bisogno di una strategia seria di transizione al digitale terrestre - ha detto il ministro delle Comunicazioni Gentiloni - che non sia una sequela infinita di grida manzoniane, ovvero fissare date per poi cambiarle. Fissato l'orizzonte, che sarà quello dell'Unione Europea, è necessario mettere a punto le strategie con cui l'Italia si impegna a raggiungerlo". Il ministro, su questo non ha voluto anticipare un'ipotesi di data e alla domanda se si tratterà del 2010 o del 2012 (data prospettata dalla UE), Gentiloni si è limitato a dire: "Valuteremo e poi vedremo".

In ogni caso Gentiloni boccia la via dei finanziamenti ai decoder, mentre promette che gli incentivi per il nuovo sistema tecnologico saranno "ispirati dalla neutralità tecnologica e saranno frutto di una riflessione su come portare avanti la transizione". Per quanto riguarda il digitale terrestre poi, Gentiloni ha spiegato che con le regioni pilota Sardegna e Val D'Aosta, che avevano come data già fissata per lo switch off quella del 31 luglio, "stiamo facendo un quadro della situazione ed una verifica che sarà conclusa entro la prossima settimana", per poi eventualmente intervenire con un decreto ministeriale.

Sul tema dell'antitrust: "Bisogna lavorare - ha spiegato ancora il ministro - a regole del mercato nella fase di transizione, porsi la questione delle posizioni dominanti sia per la pubblicità che per le frequenze".

La terza questione è quella della Rai, "per la quale va fatta una scelta di massima autonomia dalla politica e insieme identificare meglio le funzioni di servizio pubblico nel nuovo orizzonte tecnologico". Su questo il ministro si è limitato a ricordare che "il programma dell'Unione parla di una holding che racchiude diverse societa"'.

Propedeutico a tutto questo, per Gentiloni, è "portare piu' trasparenza nella situazione delle frequenze. Io non nego che il sistema attuale abbia un suo equilibrio e una sua efficienza, il problema è che nessuno può negare che la situazione attuale si è determinata attraverso un accumulo di situazioni di fatto". Insomma "lo Stato italiano ha una insufficiente conoscenza di un bene pubblico come quello delle frequenze. Averne un quadro è un obiettivo che serve alle iniziative di riforma che noi porteremo avanti, senza che ci sia necessariamente un prima e un dopo",

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