È più o meno composta così quella che potremmo definire come la “dieta mediatica” degli italiani analizzata dal Censis nel suo rapporto sulla comunicazione, ovvero “Italiani e media”.
Secondo la ricerca in questione, dunque, la Tv raggiunge il 99% della popolazione e in ogni casa ci sono in media due televisori.
Cinque sono invece le "classi" di fruitori dei media, individuate tenendo conto della "quantità" di mezzi di comunicazione utilizzati. Partendo dal basso, ci sono gli "utenti marginali", circa 4 milioni e 500 mila persone (il 9,1 per cento della popolazione esaminata) che usano normalmente un solo medium (presumibilmente la Tv...).
Il 37,5 per cento è costituito invece dai cosiddetti "poveri di media": due o tre i mezzi utilizzati e un rapporto quasi esclusivo con la televisione; sono poi 17 milioni e 800 mila, il 36,3 per cento del totale, i consumatori medi: maschi in prevalenza, che guardano soprattutto la tv, leggono i quotidiani e ascoltano la radio, non disdegnando un buon libro. Gli "onnivori", utilizzatori discreti ma non assidui di tutti i mezzi, sono altresì il 14,8: prevalentemente maschi, tra i 30 e i 44 anni, quasi tutti diplomati o laureati.
Interessante, infine, il dato rilevato in quel gruppo di persone che il Censis definisce "pionieri" o "persone che usano tutti i media a loro disposizione": sono 1 milione e 100 mila persone, il 2,3 per cento della popolazione italiana, gli unici che mettono la Tv al secondo posto. Radio e quotidiani sono i media più diffusi in questa "fascia", composta nel 40,7 per cento dei casi da giovani, studenti o occupati, fra i 18 e i 29 anni.