L’Advisory Council di Mountain View incontra gli esperti italiani.
Il 13 maggio scorso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso una sentenza in sé rivoluzionaria, riconoscendo come sacrosanto il “diritto all'oblio” e obbligando quindi Google alla rimozione di contenuti presenti in rete su richiesta di privati. La Corte ha quindi stabilito che i cittadini europei hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca di eliminare dalle loro pagine i link che rimandano verso contenuti, che li riguardano, ritenuti “non più rilevanti” per il pubblico interesse (per un approfondimento, su queste colonne “Il diritto (europeo) all'oblio” del 18 maggio 2014).
Google, decidendo di attenersi rigorosamente al pronunciamento della Corte, ha in tempi brevissimi istituito una pagina contenente il modulo da compilare per richiedere l'esercizio del diritto all'oblio.
In breve “Big G” si è trovato letteralmente travolto da una mole immensa di domande (attualmente stimate in circa 100mila). Il colosso ha quindi costituito un Advisory Council composto da 8 personalità di altissimo profilo (tra cui: Frank La Rue, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per la promozione e la tutela della libertà di espressione, Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell'informazione all'Università di Oxford, Sylvie Kauffman, direttore editoriale del quotidiano francese Le Monde, Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, Peggy Walcke, esperta di aspetti legali connessi all'innovazione dei media, al pluralismo e alla concorrenza e regolamentazione dei settori media e tlc…), cui si aggiungono Erich Schmidt, presidente di Google e David Drummond, chief legal officer del colosso.
Lo scorso 9 settembre è partito il “tour” con tappa a Madrid e il 10 l'Advisory è arrivato a Roma per ascoltare critiche e suggerimenti da parte di 8 esperti italiani, tra giuristi, giornalisti ed attivisti (tra gli altri l'avvocato Guido Scorza, il Professor Oreste Pollicino, il giornalista e scrittore Gianni Riotta, il Professor Zeno Zenchovich, il Presidente di Confindustria Digitale Elio Catania…).
Nelle prossime settimane il comitato di esperti toccherà le principali capitali europee per confrontarsi di volta in volta con i maggiori esperti locali, acquisire nuove informazioni e nuovi pareri. Alla fine del tour, che si concluderà con l'incontro di Bruxelles del 4 novembre, l'Advisory Council pubblicherà l'esito delle consultazioni e un documento di raccomandazioni.
Nell'incontro romano, tenutosi all'Auditorium Parco della Musica, sono emerse numerose criticità che la sentenza della Corte di Giustizia ha trasferito al colosso della ricerca sul web. La tematica è in sé molto delicata, come è stato ripetutamente sottolineato, in quanto vede contrapposti due diritti fondamentali: da una parte il diritto del singolo alla riservatezza (e quindi all'oblio), dall'altro il diritto all'informazione da parte della collettività.
Guido Scorza, avvocato, esperto del settore e giornalista, ha evidenziato il rischio che una applicazione massiccia del diritto all'oblio possa determinare sul “diritto alla storia”, andando quindi a ledere inevitabilmente alla libertà di informazione. Come egli stesso ha sostenuto “disindicizzare è come strappare nomi da un libro di storia”. Lo stesso Scorza, ma anche altri relatori intervenuti successivamente, ha evidenziato il sostanziale 'svantaggio' dell'editore o dell'autore - rispetto al ricorrente - che vedono disindicizzato il proprio contenuto e non hanno alcun giudice o autorità cui appellarsi per lamentare il torto subito.
Altro tema caldo riguarda chi debba decidere la rimozione di un contenuto. Molti sono coloro che hanno rimarcato come che non debba essere Google, private company, bensì una autorità amministrativa o comunque un soggetto indipendente ad assumere una decisione di questo tipo. Infine un'altra questione è legata al fattore 'tempo'. Quando, e secondo quali parametri, si può stabilire che una informazione non è più di pubblico interesse?
Le questioni aperte sono indiscutibilmente numerose. Ma Google sembra pronta a ricevere 'consigli'. Come ha detto Schmidt in apertura all'incontro romano “siamo qui per ascoltare e per capire meglio come procedere”. Il dibattito è aperto e vivace e desta interesse sotto molti profili che vanno ben oltre quello specificamente giuridico. Non resta che attendere la pubblicazione degli esiti delle consultazioni.