Gran lite Santoro-Travaglio. Ma interessa ancora?

Un fatto inedito a 'Servizio Pubblico' –

La crisi dei talk-show rende ‘minori’ anche vicende che un tempo avrebbero fatto sensazione. È il caso della gran lite in diretta fra Santoro e Travaglio che, da una vita ‘complici’ in Tv, hanno polemizzato alla grande, fino all’abbandono dello studio da parte di Travaglio.

Fra i due, almeno a prima vista, non ci dovrebbero essere dubbi su chi preferire. Santoro ha dato una lezioncina di giornalismo e di rispetto delle opinioni altrui a Travaglio che, nervosissimo, non lasciava parlare nessuno (c'era in collegamento Burlando, che aveva le sue gatte da pelare a spiegare il suo operato in Liguria sul tema della protezione del territorio, ma Travaglio lo zittiva, facendolo passare per vittima) e litigava anche con alcuni ragazzi ('angeli del fango') presenti in studio, che 'osavano' avere qualche dubbio sulla sua solita requisitoria da Pubblico Ministero televisivo. Santoro ha rimbeccato duro Travaglio e lui non ha trovato di meglio che abbandonare lo studio, furente.

Il fatto è inedito e segna forse la fine, di fatto, di un duo (con l'aggiunta di Vauro) che fino a qualche tempo fa faceva faville e anzi il bello e cattivo tempo in Tv, organizzando per anni una sorta di 'processo settimanale via video' dal quale il malcapitato di turno (all'epoca era quasi sempre un politico berlusconiano o di Centro-Destra) usciva in genere malconcio e leccandosi le ferite. Solo Berlusconi, con l'incoscienza di chi doveva per forza di nuovo risalire la china da solo, ebbe il coraggio temerario di andare nello studio di 'Servizio Pubblico' a Cinecittà prima delle elezioni 2013 e ne uscì stavolta benissimo, con record d'ascolto, anche per via della famosa scena della spazzolata alla sedia di Travaglio prima di sedersi a sua volta.

Altri tempi, si sa. Oggi individuare il cattivo da colpire è molto meno facile, Renzi è sì nel mirino di Santoro (che ha provato a fare anche editoriali contro di lui) e ancor più di Travaglio ma fargli un 'processo' non è facile e i difensori sono comunque tanti.

L'opposizione poi è quella che è e se a Travaglio Grillo ancora piace abbastanza, a Santoro proprio non va più giù. L'aveva sostenuto a lungo, per la verità, in 'Servizio Pubblico', anche se lui in trasmissione non veniva, e si ricorderanno i lunghi filmati di comizi di Grillo trasmessi a ripetizione, naturalmente 'per documentazione'. Santoro ha capito che la 'trippa per gatti' è ormai scarsa, che il pubblico si è pure rotto le scatole di una formula - quella del talk show urlante - che ha fatto il suo tempo e cerca vie d'uscita. In primavera l'ha trovato in Giulia Innocenzi, sospendendo la trasmissione a suo favore proprio quando si votava per le Europee. Ora proclama che questo è l'ultimo anno per 'Servizio Pubblico' e potrebbe anche essere vero.

Travaglio è spiazzato. Santoro l'ha trasferito d'orario (la sua requisitoria è nella parte finale della trasmissione) e soprattutto ha 'osato' contrapporgli in contraddittorio proprio quelli che sono 'al centro' delle sue accuse. Bella idea televisiva, quasi doverosa, considerando il tono delle polemiche di Travaglio, ma è evidente che la novità è grossa e ora per il giornalista del 'Fatto Quotidiano' non sempre la partita è agevole.

I due (Travaglio e Santoro) forse non si sopportano più ma devono convivere per non snaturare le trasmissione (pur forse all'ultimo anno) e soprattutto c'è una situazione di intrecci societari fra 'Il Fatto Quotidiano' e la società che realizza 'Servizio Pubblico' per La7.

Questo lo stato dei fatti. Il problema però è un altro. Una situazione così tempo fa avrebbe fatto titoli da prima pagina per giorni sui quotidiani. Oggi sembra invece più che altro una bega fra due compagni d'avventura ormai scialbi e invecchiati. La questione interesserà ancora il pubblico televisivo?

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