Non è ancora ora di tirare i remi in barca con i reality, tutt’altro. Si riannuncia (finalmente, per alcuni) “La pupa e il secchione”, mentre la (lunga) edizione del GF si è conclusa con il consueto record di ascolti.
Ha premiato fino ad un certo punto la scelta di “tenere” nella Casa per un periodo prolungato i concorrenti del Grande Fratello, 134 giorni, circa quattro mesi, contro i due delle edizioni precedenti.
A chi diceva che i reality sono ormai un genere finito rispondono tuttavia i dati della finale del “Gf10” di lunedì scorso su Canale 5. La puntata finale, infatti, ha fatto 7.460.000 spettatori e il 34,47% di share e rimanendo però sotto il 36,15% del GF9.
La puntata è stata una via di mezzo tra l'Amarcord dei giorni passati nella casa, con i quattro finalisti collegati con lo studio, e il talk show in studio. Se da un lato i filmati dei momenti più salienti dei protagonisti portano a chiedersi perché guardare un programma come il Gf, ormai stanco, ripetitivo, con i soliti 'clichè' e tante, tante lacrime dei suoi protagonisti per un nonnulla, dall'altro emerge l'abilità della regia nel confezionare ritratti perfetti dei “ragazzi” della casa.
Divertente, secondo lo stile che lo caratterizza, l'incursione di Paolo Bonolis nella Casa, che con il suo solito modo di fare guascone e molto ironico, ha preso in giro i concorrenti, esaltando ognuno di loro come potenziale vincitore, ed evidenziandone, grazie anche ad un video confezionato dalla regia, i difetti e le esagerazioni.
Il resto sono stati gli interventi dallo studio di Alfonso Signorini, le urla di gioia, le solite lacrime e nessun colpo di scena, compresa la vittoria di Mauro Marin, il macellaio veneto, già pronosticato tra i vincitori.
È stato comunque il GF dei record, con 19 settimane di diretta televisiva, 26 concorrenti e 84 puntate di prime time (ma non tutte in periodo di 'garanzia', per cui Canale 5 un po' ha, diciamo così, “sprecato” il reality), oltre al record personale di Alessia Marcuzzi, che con la decima edizione, di GF ne ha condotti cinque.
Nota a margine. Uno dei momenti migliori, a parte l'intervento di Bonolis, è stata la sigla d'apertura. Un “viaggio” simpatico ed in diretta della Marcuzzi tra le persone che lavorano dietro le quinte, circa 200, dagli sceneggiatori a sarti e parrucchieri, alla regia. Perché alla fine il GF, nonostante quello che si vede in video e la tristezza dei suoi protagonisti, è una “produzione seria”.