Grande successo nelle urne (e non solo) ma idee molto approssimative in fatto di libertà di stampa e attacchi indiscriminati ai giornalisti e alle Tv in quanto tali. Beppe Grillo sulla scia di Berlusconi. Siddi (Fnsi): “Insulti e toni da regime contro i giornalisti”.
Qualcuno ritiene che siano le solite 'parole un po' in libertà', magari da non prendere proprio alla lettera, nello stile del personaggio, che ha ovviamente tanti meriti dal punto di vista democratico (della nuova stupenda democrazia on line, che supera di gran lunga, manco a dirlo, quella rappresentativa tradizionale), tali che non bisogna far troppo caso ai toni. Insomma, Lui (ormai una sorta di icona per i numerosissimi seguaci ed elettori) può dirlo e pazienza se magari qualche frase è un po' 'esagerata'.
Ma può davvero Beppe Grillo, leader di un non-partito che ha raggiunto la bellezza del 25% dei voti alle recentissime elezioni, odiare e insultare liberamente tutti i giornalisti italiani, al punto da parlare solo con i media stranieri, può rifiutarsi, nonostante le nuove responsabilità parlamentari, di rispondere a qualsiasi domanda e non voler andare in nessuna Tv, neppure a Sky, che in parte salva rispetto alle altre? In attesa che Grillo raggiunga il 100% dei voti (come vuol fare) e ci faccia finalmente tacere tutti, giova riportare quel che dice (di solito attraverso l'amato Web), affinché qualcuno magari si accorga di quali enormità siano per chi ancora ama la libertà di stampa (certo quella tradizionale, ma è quella che a noi piace e che è minacciata o impedita dalle dittature di tutto il globo, come su questo sito documentiamo da anni parlando di molti Paesi del mondo dove accade proprio questo) e di opinione in genere.
Il comico, dunque, dal suo blog attacca i media, in particolare i conduttori televisivi, per il “lavoro di sputtanamento” nei confronti del M5S. Sono “pagati per quello dai partiti”, afferma il leader, che ovviamente la sa lunga, sottolineando che “l'accanimento delle Tv ha raggiunto limiti mai visti”.
“L'accanimento delle Televisioni nei confronti del M5S - qui si entra nel dettaglio dell'acutissima analisi - ha raggiunto limiti mai visti nella storia repubblicana, è qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso”. “E sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti”, scrive il geniale leader.
Grillo cita “il folle assalto all'albergo Universo a Roma dove si sono incontrati i neo parlamentari del M5S”. “Scene da delirio - aggiunge - . Questa non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di diffamazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica. Le Televisioni sono in mano ai partiti, questa è un'anomalia da rimuovere al più presto. Le Sette Sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda”.
Vi risparmiamo altre sensazionali rivelazioni del comico (che alla Tv deve molto invece, per come ha coperto e accompagnato al successo il suo movimento, che col solo Web e persino con i soli affollatissimi comizi in piazza non sarebbe certo andato così lontano) e vediamo come ha commentato parole così 'estreme' (e sarebbe bene ricordare che spesso 'le parole sono pietre', specie se a pronunciarle o scriverle è un così importante, ormai, esponente politico) il segretario della FNSI Franco Siddi. Sono parole, stavolta, che condividiamo totalmente:
“La nuova sortita di Grillo contro l'informazione, i giornalisti e le Televisioni è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico. Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni.
Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio era mai arrivato a tanto. Noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse da chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti. Legittimamente i giornalisti fanno domande nell'interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo. Non c'è un attacco dei giornalisti al suo movimento ma la giusta necessità di capire e conoscere meglio natura, ragioni e persone del “suo” partito. Detto ciò, la categoria non solo ha il diritto di fare domande ma deve avere anche più forza e coraggio di fronte a chi si nega e ordina anche ai “suoi” di non parlare con i giornali.
Rincorrere un uomo mascherato, garantendogli il giorno dopo paginate non è stato giusto: la foto-notizia avrebbe parlato da sola nel rappresentare chi si comporta così, benché chiamato ad una responsabilità pubblica per il Governo del Paese. Se Grillo pretende giustamente trasparenza, questa condizione vale anche per lui. Gli piaccia o no. Le domande non si interromperanno. Si risponda con idee e non con insulti e minacce.
Quanto agli attacchi specifici di Grillo ai colleghi della Televisione, tutto ciò appare solo funzionale al suo format di comunicazione orientato ad una contro-informazione che diventa solo propaganda, da cui dobbiamo ricordarlo, trae abbondanti vantaggi. Su tutto questo è legittimo discutere così come è doveroso dare atto del successo elettorale avuto dal suo movimento. Il rispetto per i cittadini elettori è fuori discussione ma lo stesso rispetto merita chi lavora per l'informazione, bene prezioso per la democrazia”.