Gubitosi: ‘Alcuni politici contro la Rai’

Il Pdl all'attacco –

Ha abbandonato la diplomazia il direttore generale della Rai e in Vigilanza ha messo nero su bianco quel che sembra abbastanza evidente: è in atto una manovra politica che mira a indebolire la Rai, favorendo di fatto la concorrente Mediaset.

Vogliamo parlare ancora di conflitto di interessi? Coloro che avessero dimenticato il tema o non lo trovassero più attuale possono osservare con attenzione quanto sta avvenendo in queste settimane, con una violenta campagna contro la Rai condotta da esponenti di punta del Pdl (o Forza Italia), capitanati da Brunetta, che non perdono occasione (anche quando sono stati invitati per tutt'altro, come nel caso di Fazio) per imbastire violente polemiche sull'uno o sull'altro aspetto della gestione della Tv pubblica. Nel mirino ci sono i 'conduttori di sinistra' della Rai ma soprattutto la gestione del direttore generale Gubitosi, che sta cercando, fra mille difficoltà, di rompere il cerchio politico che condiziona da sempre l'attività e la programmazione di Viale Mazzini.

La campagna in questione (che oggettivamente favorisce la concorrente della Rai, Mediaset, di proprietà del capo politico del Centro-Destra Berlusconi e qui c'è coincidenza di interessi, neppure conflitto) ha già ottenuto parecchio: mettere sotto accusa e in difficoltà Fazio per i suoi compensi; probabilmente far saltare la trasmissione speciale di Benigni prevista su RaiUno entro l'anno; infine, impedire l'arrivo di Crozza su RaiUno; in generale, avvelenare il clima a Viale Mazzini.

A questo attacco Gubitosi ha alla fine scelto di rispondere in modo deciso e diretto. Vediamo come nella cronaca di 'Repubblica' relativa al suo intervento in Commissione di Vigilanza:

“Scontro in Commissione Vigilanza tra il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, e gli esponenti del Pdl sul caso Crozza. “Non siamo riusciti a chiudere la trattativa per colpa della politica. Le polemiche sui compensi sono state determinanti per far fallire la trattativa. Lasciateci competere senza interferenze” - ha detto ai membri della commissione parlamentare. Le dichiarazioni del dg hanno subito scatenato la polemica in aula. Immediata la risposta di Brunetta: “Non si può mancare di rispetto alla commissione parlamentare di vigilanza in questa maniera”.

Luigi Gubitosi ha confermato, davanti alla commissione, che la trattativa Rai-Crozza è saltata per colpa delle polemiche sui compensi. Pesante l'attacco sulle interferenze politiche: “È un'anomalia italiana quella di intromettersi nelle normali regole della concorrenza. E poi il costo di una serata di Crozza sarebbe stato ripagato dalla pubblicità, più di quanto avvenga per i normali programmi in prima serata”. “Un Paese che ha paura della satira - ha aggiunto - è in difficoltà morale. Non mi risulta che ci siano stati casi simili in altri Paesi dove c'è il servizio pubblico radiotelevisivo”.

Il dg ha poi difeso la politica aziendale di non rivelare i compensi. “Solo la Rai avrebbe l'obbligo di trasparenza. Circostanza che non sarebbe priva di implicazioni concorrenziali”. Gubitosi fa riferimento al contratto del comico genovese con La7: il patron Cairo dichiarò che preferiva non rivelare il cachet. “In questo modo io non so quanto paghi Cairo, lui sa quanto l'avremmo pagato noi”.

Non si è fatta attendere la replica del Pdl. Renato Brunetta attacca: “È l'ennesima provocazione da parte sua. Mancare di rispetto a una commissione parlamentare in questa maniera è un comportamento assolutamente da censurare, specialmente da parte di un funzionario pubblico”. Poi, riprendendo le parole di Gubitosi, risponde: “Ha semplicemente avuto paura della trasparenza. E un'azienda pubblica che ha paura della trasparenza è un'azienda che è in difficoltà morale”.

Alle parole di Brunetta fanno eco quelle del rappresentante della Lega Nord in commissione, Gian Marco Centinaio: 'Gubitosi si ricordi che il suo stipendio è pagato dai cittadini italiani e non offenda organi democraticamente eletti'”.

Il Partito democratico difende, invece, Gubitosi: 'Non ritengo che il direttore abbia insultato Brunetta - spiega il vicepresidente della commissione di vigilanza Salvatore Margiotta - : la sua è stata un'analisi che coglie un punto di verità: il mancato contratto a Crozza ha indebolito l'azienda. All'interno di questo organismo di controllo sembra essersi formata una fazione opposta alla Rai e al direttore generale che non aiuta il Paese'”.

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