Anche le sedi di Tv, Radio e giornali sono state colpite dal terremoto. Alcuni giornalisti sono ancora dispersi. Ecco un quadro della situazione mediatica nel disastrato Paese caraibico.
Ad Haiti la situazione è drammatica anche per Radio e Televisioni, come riporta il corrispondente da Haiti dell'organizzazione internazionale Reporters without borders (Reporter senza frontiere). L'associazione internazionale ha sempre tenuto sotto “osservazione” i media dell'isola caraibica, che non ha mai brillato per libertà di stampa, anche se negli ultimi anni ci sono state minori restrizioni e censure, ma ora si pone come priorità l'aiuto ai giornalisti e ai media rimasti sull'isola.
Il terremoto che ha colpito l'isola caraibica ha distrutto le emittenti televisive con sede a Port-au-Prince - Tele Ginen e Canal 11 - e la stazione radiofonica Magik 9 ed ha ucciso il cameraman di Tele Ginen.
Un'altra stazione radiofonica, Radio Ibo, ha subito danni molto gravi e non è più in grado di trasmettere. La sede dell'Associazione nazionale dei media haitiani (National Association of Haitian Media - ANMH) è stata distrutta nel crollo parziale dell'edificio che ospitava Radio Iboo.
Per ciò che riguarda i giornali gli uffici dei quotidiani, 'Le Nouvelliste' e 'Le Matin' non sono crollati e gli staff sono riusciti ad evacuare dallo stabile senza danni, mentre un giornalista che scriveva per una pubblicazione affiliata a 'Le Nouvelliste', 'Ticket Magazine', è stato probabilmente ucciso. Il capo redattore di 'Le Nouvelliste' è disperso.
Le Radio con sede a Port-au-Prince Signal FM e Caraïbes FM, oltre alla rete radiofonica che fa parte della Radio pubblica francese Radio France Internationale sono invece in grado di trasmettere. La rete internet haitiana riesce più o meno a continuare a operare, anche se ci sono seri problemi nel trovare i luoghi ai quali connettersi. L'operatore di telefonia mobile Voilà Haïti ha ripristinato il servizio solo da poco, come un altro operatore, Digicel, che si trova nella città di Jacmle, nel Sud del Paese.
Reporter senza frontiere organizzerà un centro operativo a Port-au-Prince per i giornalisti haitiani, per permettere loro di coprire l'evento e fornire tutte le informazioni necessarie per raccontare le operazioni di soccorso. L'operazione avviene in collaborazione tra l'associazione e il gruppo canadese Quebecor, che fornirà l'equipaggiamento necessario (computer portatili, telefoni cellulari e generatori).
Nella creazione del centro media l'associazione internazionale si prefigge di coinvolgere i media di molti altri Paesi, come Francia, Usa e Brasile.
Con il terremoto si Haiti si sono poi intrecciati altri fatti che vedono protagonisti i giornalisti. Nei giorni scorsi a dominare sulle pagine dei giornali era il nome dell'inviato della Cnn e neurochirurgo Sanjay Gupa, che si è trovato a dover curare i feriti gravi di un ospedale da campo ad Haiti dopo che i medici e gli infermieri dell'Onu erano stati evacuati per ragioni di sicurezza. La testimonianza di Gupta è uno dei video più cliccati sul sito della rete di Atlanta e in esso è lo stesso Gupta a raccontare cosa è successo.
Dopo che i medici Onu avevano lasciato l'ospedale da campo erano rimasti solo Gupta e i suoi cameramen, che per tutta la notte hanno assistito alla meglio, come potevano, i 25 feriti che si trovavano nell'ospedale da campo, riuscendo a stabilizzare la situazione di tre feriti gravi. “Non mi ero mai trovato in una situazione del genere. È quasi ridicolo” - ha commentato Gupta, che si teneva in contatto con il suo pubblico tramite Twitter - . Mi dispiace ma oggi non potrò andare in onda. Sono ancora impegnato nell'ospedale da campo. Spero che riusciremo a far superare la nottata a tutti i pazienti”.
Un altro giornalista, il corrispondente da Haiti della rete Abc, è stato al centro di una commovente storia. Una coppia americana aveva perso notizie di una bimba di quattro anni, Maya, per la quale attendeva l'ultimazione delle procedure di adozione, e la temeva morta. Ma il corrispondente Abc ha trovato la bambina davanti alla Central Texas Orphan Mission Alliance di Port-au-Prince ed ha avvisato la coppia che la bambina stava bene.