Reporter senza Frontiere ha pubblicato la lista dei “100 information heroes”, i cento giornalisti che si contraddistinguono per l’eroicità con cui svolgono il proprio compito di informare. Ci sono due italiani…
In occasione della giornata per la libertà della stampa, il 3 maggio scorso, Reporter senza Frontiere ha pubblicato la lista dei “100 information heroes”, i cento giornalisti che si contraddistinguono per l'eroicità con cui svolgono il proprio mestiere di informatori in situazioni difficili e in pericolo di vita.
Pur apprezzando il riconoscimento del loro lavoro, vi diciamo che ci sono 'purtroppo' anche due giornalisti italiani. Purtroppo perché in un Paese democratico la libertà di stampa dovrebbe essere un diritto riconosciuto e non da tutelare con scorte e forze dell'ordine. In ogni caso, i nomi dei due italiani sono Pino Maniaci, “amico di Millecanali” del quale non ci stancheremo mai di parlare e che continueremo a sostenere, e Lirio Abbate.
Maniaci, editore di Telejato, è stato citato centinaia di volte e ripetutamente minacciato e picchiato dal figlio di un boss mafioso ma ciò nonostante copre costantemente la cronaca della vita quotidiana di una fetta della Sicilia. Pino lavora con la sua famiglia e la figlia Letizia, che ha ricevuto a sua volta un premio come giovane giornalista.
Lirio Abbate è invece ora il corrispondente dalla Sicilia del settimanale 'L'Espresso' e del quotidiano 'La Stampa', dopo anni di lavoro per l'agenzia di stampa italiana ANSA. Abbate è un esperto di criminalità organizzata. Dopo essere stato l'unico giornalista presente all'arresto di Bernardo Provenzano, “capo di tutti i capi", nell'aprile 2006, ha scritto il libro 'I Complici' sui legami tra politici e mafiosi. Da allora lui e la moglie vivono sotto scorta.
Ma con i due italiani ci sono giornalisti di tutto il mondo che è impossibile citare tutti; tra questi, ricordiamo quelli di Paesi di cui si parla meno, come il tibetano Jigme Gyatso, la bielorussa Zhanna Litvina, il bulgaro Assen Yordanov, la serba Brankica Sankovic.
