Negli anni Settanta in Sardegna ci fu l’avvento delle prime Radio e Televisioni private, in analogia con quanto si stava registrando nel panorama nazionale. Tra queste si annoverava sicuramente Radiolina, presente sul mercato radiofonico dal 1975.
Essa fu cronologicamente tra le emittenti antesignane non solo in Sardegna, ma in tutta Italia, nella lotta contro il monopolio pubblico radiotelevisivo detenuto dalla Rai dal 1952. L’atto costitutivo dell’emittente risale al 4 agosto 1975, anche se in realtà le trasmissioni erano già cominciate il 19 giugno in un appartamento di viale Colombo a Quartu SantʼElena.
Ad agosto la Radio si trasferì a Cagliari, nel quartiere Castello, situato nel punto più alto della città, un luogo ideale per sistemare le antenne. Qui, i fondatori dell’emittente presero in affitto alcune stanze che un’anziana padrona di casa solitamente concedeva a giovani studentesse. I promotori dellʼiniziativa erano due studenti universitari, rispettivamente di ventisei e ventitré anni, Nicola Grauso e Michele Rossetti. La società aveva un capitale sociale iniziale di 100.000 lire detenuto per il 60% da Nicola Grauso e per il 40% da Michele Rossetti.
A Livorno, i due editori avevano acquistato, a basso prezzo, le attrezzature per trasmettere, costituite da residuati elettronici dell’esercito americano. L’emittente, nelle sue fasi iniziali, trasmetteva clandestinamente e viveva in un clima quasi “carbonaroˮ, poiché la legge n. 103, varata il 14 aprile 1975, attribuiva l’esclusiva della trasmissione via etere allo Stato. L’Escopost (ufficio del ministero delle Poste e delle telecomunicazioni delegato alla vigilanza sulle radiofrequenze) compì un’ispezione nella sede di Radiolina e denunciò i promotori dell’iniziativa. Poco dopo, nell’agosto 1975, fu il pretore di Cagliari, Ubaldo Crispo, a dare ragione a Grauso e Rossetti, sentenziando l’illegittimità del monopolio della Rai.
In seguito, però, la sentenza assolutoria venne impugnata dalla Procura della Repubblica e Radiolina si ritrovò nuovamente in attesa di giudizio. Una serie di vicissitudini che, ad ogni modo, non decretarono quasi mai il sequestro degli impianti dell’emittente cagliaritana, la quale rimase “in silenzioˮ soltanto per tre giorni nel luglio 1975, per poi riprendere regolarmente le trasmissioni.
Era però evidente che, in assenza di una sentenza decretante la libertà d’antenna (che sarebbe stata pronunciata soltanto nel luglio 1976 con la sentenza n. 202), la Radio privata sarda era costretta a vivere in un clima d’incertezza. Un elemento questo che la accomunava, peraltro, ad altre emittenti che avevano fatto il loro esordio nellʼetere sardo quasi contemporaneamente alla stessa Radiolina: si pensi a Radio Rama Sound, Radio Brasilia, La Voce Sarda Radio, Radio Iglesias, Radio Emme, Radio Gamma 102, Radio Oristano, Radio Trasmissioni Oristanesi, Radio Centrale e Radio Nord Ovest.
Radiolina si iscrisse nel 1975 al registro della stampa e cominciò a diffondere i primi notiziari sotto la direzione di Gian Giacomo Nieddu. Lo sport fu affidato a Patrizio Mulas che, grazie a un accredito stampa per il quotidiano "Stadio", trasmise via telefono dall’Olimpico di Roma la radiocronaca della partita di calcio tra Lazio e Cagliari. Inoltre, qualche mese prima, l’11 novembre 1975, Cesare Corda, in diretta dal Palalido di Milano, aveva commentato il match pugilistico tra Udella e Martin.
I programmi e le rubriche quotidiane erano curati da Francesco Atzeni, Ivano Conca, Martine Frey, Giacomo Serreli, Sandro Angioni, Erminio Saviola e Sergio Licheri. I tecnici erano Roberto Demartis, Alessandro Sollai, Gianluigi Degortes e Sandro Marceddu.
Il successo ottenuto da Radiolina dal punto di vista dell’incidenza sulla struttura sociale cagliaritana incoraggiò i due promotori, Grauso e Rossetti, a fare il grande salto dalla Radio alla Televisione. Così, nel mese di agosto 1975, in un periodo in cui l’emittenza televisiva locale, trainata dall’esperienza delle Radio commerciali, muoveva i suoi primi passi, nacque Videolina, la prima Tv privata via etere della Sardegna. Se Radiolina voleva essere “una piccola Radio”, Videolina, che da Radiolina traeva il nome per trasposizione, non voleva essere altro che “una piccola Televisione”.
Sono passati quarantʼanni in cui la “piccola Radio” (nella foto un programma attualmente in onda) e la “piccola Televisione” sono cresciute, diventando aziende importanti in termini di numero di addetti, di audience e di fatturato, ma mantenendo sempre lo stesso entusiasmo degli albori.