I 7 ‘remedies’ dell’Authority

L’Authority di Cheli ha deciso una serie di interventi per riequilibrare il mercato televisivo, in questa fase di passaggio alla tecnologia digitale.

Arrivano le prime decisioni dell'Authority di Cheli (giunta alla scadenza del suo mandato, il 10 marzo prossimo, a meno di mini-proroghe, peraltro possibili) sulle delicatissime questioni del mercato televisivo, purtroppo trascinatesi senza alcun sostanziale provvedimento fino ad oggi.

In attesa di rendere nota l'attesa decisione sulle 'possibili' multe a Rai e Mediaset, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha intanto approvato all'unanimità un provvedimento che introduce per la prima volta misure che sono poste a tutela del pluralismo nel campo della televisione, in riferimento alle relative fonti di finanziamento.

La decisioni in questione riguardano l'indagine aperta sulla situazione del mercato televisivo nel 2004, in riferimento alle nuove disposizioni della legge Gasparri. Ebbene, anche lo scorso anno il mercato televisivo, secondo l'Authority, è stato caratterizzato dal duopolio Rai-Mediaset, ragion per cui le due aziende detengono "posizioni lesive del pluralismo".

Sette le misure correttive indicate. Si tratta di "una serie di interventi - come ha spiegato il presidente, Enzo Cheli - che si ispirano a una logica di fondo: la strozzatura del mercato, già rilevata ai sensi della legge Maccanico, non deve trasferirsi sul nuovo mercato della Tv digitale".

Ed ecco di seguito i sette cosiddetti 'remedies', da valutare "come parte di una strategia".

nei confronti di Rai e Rti:

1) obbligo di accelerare la digitalizzazione delle reti televisive terrestri anche mediante la predisposizione in tecnica digitale di tutti gli impianti operanti in tecnica analogica secondo un piano tecnico da presentare all'Autorità entro il 30 giugno 2005;

2) mantenimento dell'obbligo di destinare il 40% di capacità trasmissiva digitale a fornitori di contenuti indipendenti, individuati in base a un disciplinare adottato dall'Autorità anche dopo la sperimentazione e fino alla completa attuazione del piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale;

nei confronti di RTI:

3) obbligo di avvalersi, entro dodici mesi, di una concessionaria di pubblicità diversa da Publitalia per la raccolta pubblicitaria per le trasmissioni in tecnica digitale terrestre diverse dal simulcast;

4) divieto di trasmettere messaggi pubblicitari nella programmazione televisiva digitale terrestre diversa dal simulcast in misura superiore al 12% di ogni ora a partire dal 30 giugno 2005 fino al 31 dicembre 2006;

nei confronti di Rai:

5) obbligo di contribuire alla maggiore diffusione della tecnologia digitale terrestre per il tramite di un nuovo programma generalista attrattivo in termini di audience e privo di pubblicità su reti digitali terrestri secondo un piano editoriale da presentare all'Autorità per l'approvazione entro il 30 giugno 2005;

nei confronti di Publitalia:

6) obbligo di operare la separazione contabile tra le attività di raccolta pubblicitaria sulle reti analogiche e le attività di raccolta pubblicitaria sulle reti digitali terrestri a partire dal 30 giugno 2005, fino all'attuazione dell'obbligo per RTI di avvalersi di una concessionaria diversa da Publitalia per la raccolta pubblicitaria digitale;

7) obbligo di praticare condizioni trasparenti, eque e non discriminatory nella vendita di spazi pubblicitari, dando separata evidenza degli eventuali sconti applicati ai singoli prodotti.

Le misure adottate potranno essere riviste alla luce dell'evoluzione dello scenario competitivo entro dodici mesi e, in ogni caso, al termine della verifica del complessivo sistema integrato delle comunicazioni.

L'Autorità ha, inoltre, deciso di avviare un'indagine conoscitiva sul mercato dei contenuti con riferimento tra l'altro alla gestione dei diritti e alle modalità di accordo tra fornitori di contenuti e gestori di reti digitali.

L'Autorità ha ritenuto, infine, necessario segnalare al Governo l'esigenza di adottare anche attraverso un riassetto organico della disciplina del settore editoriale, misure di riequilibrio nella distribuzione di risorse tra il mezzo radiotelevisivo e stampa quotidiana e periodica.

Di diverso tenore, naturalmente, i commenti.

Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, ha dichiarato: "Esprimiamo soddisfazione per la circostanza che l'Agcom ha concluso il procedimento rilevando, come da noi richiesto, che il mercato televisivo e delle relative fonti di finanziamento continua ad essere caratterizzato da una struttura duopolistica in capo alle società Rai e Rti (Mediaset) con la collegata Publitalia '80 e che le tre società detengono posizioni lesive del pluralismo. Dobbiamo tuttavia rilevare che le misure correttive adottate dall'Agcom appaiono piuttosto deboli per un effettivo riequilibrio del mercato. Il provvedimento dell'Agcom non prevede infatti misure correttive relative alle trasmissioni pubblicitarie in tecnica analogica di Rai e di Rti e non prevede l'introduzione di limiti all'acquisizione di nuove frequenze per le trasmissioni digitali".

Mediaset, da parte sua, ha espresso "soddisfazione per la conclusione dell'indagine dell'Autorità garante per le Tlc. Finalmente, con una decisone presa all'unanimità che non si può prestare al solito balletto delle interpretazioni, l'Autorità ha chiuso la stagione dell'incertezza regolamentare, la peggiore nemica per qualsiasi azienda che ha bisogno di sapere con chiarezza che cosa si può e che cosa non si può fare".

"La conclusione dell'indagine introduce per Mediaset alcuni nuovi obblighi che la nostra società onorerà come sempre scrupolosamente - continua il comunicato di commento - . Ma è importante sottolineare che la decisione finale dell'Autorità riconosce pienamente quanto sostenuto da Mediaset in tutte le audizioni svolte nel corso dell'istruttoria: nel mercato televisivo non si rileva alcuna posizione dominante".

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