I due fronti di Cheli

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso: per gli accertamenti sul digitale terrestre sembra prevalere un orientamento abbastanza favorevole (a Rete4); per le posizioni dominanti prevale ancora la logica di un (breveO) rinvio.

Nei giorni scorsi l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha preso due importanti decisioni.

Intanto è stata approvata la relazione tecnica sull'offerta del digitale terrestre, prevista dalla legge di conversione del decreto salva-Rete 4. Questo il relativo comunicato stampa:

"Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su proposta dei Commissari relatori, Silvio Traversa e Alfredo Meocci, ha preso atto, approvandola, della relazione tecnica approntata dalle strutture sulla complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri, così come previsto dalla legge n. 43/2004.

La relazione contiene i risultati dell'accertamento tecnico effettuato, tenendo anche conto delle tendenze in atto nel mercato, relativo alla quota di popolazione coperta dalle nuove reti digitali terrestri, alla presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili, all'effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche.

Il Consiglio ha dato quindi mandato ai relatori di predisporre lo schema di relazione - da approvare in una successiva riunione - contenente i risultati degli accertamenti effettuati, con le relative valutazioni, in ordine all'esistenza o meno delle condizioni previste dalla legge. La relazione sarà presentata entro il mese di maggio al Governo e alle competenti Commissioni parlamentari".

A parte gli adempimenti previsti dalla legge, indiscrezioni riferiscono che la (corposa) relazione prospetterebbe un quadro positivo, sia pure 'con cautela', in merito alle condizioni previste dalla legge di cui sopra (sviluppo del digitale terrestre) per conservare Rete 4 in analogico terrestre e mantenere la pubblicità su RaiTre (almeno per i mesi appena trascorsi, fino all'approvazione della Gasparri). Se ne parlerà comunque entro maggio in Parlamento.

Ancora un rinvio, manco a dirlo, invece, per la spinosa questione della "sussistenza di posizioni dominati nel triennio 2000-2003", con conseguenti provvedimenti da prendere a carico di Rai e Mediaset. Infatti la Gasparri chiude le porte d'ora in poi alla questione delle "posizioni dominanti" (con grande sollievo dei fautori del "duopolio Tv") ma per il passato le violazioni, protrattesi per molti anni (!), restano e sarebbe adesso l'ora di comminare multe, peraltro davvero consistenti.

Ma l'Authority tentenna ancora ed ecco che se ne riparlerà più avanti. Leggiamo infatti un altro comunicato stampa dell'organismo di Cheli, da poco diffuso:

"Il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha accertato che le società Rai S.p.A., Rti S.p.A. e Publitalia '80 hanno superato, nel triennio 2001-2003, le soglie previste dall'art. 2 comma 8 della legge 249/1997, confermando lo sforamento, già accertato lo scorso anno dall'Autorità, con riferimento al periodo 1998-2000.

Il Consiglio, ai fini della definizione delle misure da applicare, ha dato mandato al Commissario relatore, Vincenzo Monaci, di riferire nel più breve tempo possibile, tenendo conto del nuovo quadro normativo della legge Gasparri - in corso di promulgazione - e dell'accertamento in corso, da parte dell'Autorità, della complessiva offerta di programmi televisivi digitali terrestri".

Possono passare altri mesi, in realtà, ma non è detto che accada. Stavolta le multe potrebbero esserci, anche a breve, quasi a sancire l'ultimo (vano) tentativo di aprire davvero alla concorrenza il settore televisivo nazionale italiano.

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