I giornalisti morti ‘sul campo’ nel 2013

Un triste bilancio –

Più o meno di 100? Ci sono valutazioni non unanimi sul numero dei giornalisti uccisi per il loro lavoro nel mondo nel corso dello scorso anno. In ogni caso, il bilancio è sempre ‘inquietante’.

117 per l'International Press Institute (IPI) con sede a Vienna e 71 secondo il Commettee to Protect Journalists, con sede a New York. Un dato, quest'ultimo, che potrebbe essere rivisto (purtroppo) al rialzo, dal momento che Cpj si sta occupando della morte sospetta di altri 25 giornalisti, per cercare di capire se è collegata al loro lavoro. È il bilancio per il 2013 dei due più prestigiosi istituti mondiali e punti d'osservazione sulla libertà di stampa nel mondo.

In base ai dati dell'IPI l'area più rischiosa per i giornalisti rimane il Medio Oriente (38 reporter uccisi) seguito dall'Asia (37). In Europa i giornalisti uccisi sono 3, tutti e tre in Russia. Sono: Mikail Betekov, 55 anni, già picchiato selvaggiamente nel 2008 e ucciso l'8 aprile 2013; Nikolai Potapov (66 anni), fondatore ed editore del giornale locale di Prigorodny “Selsovet”. Il 9 luglio in Dagestan è morto poi Akhmednabi Akhmednabiyev, a causa di colpi di arma da fuoco sparati da persone non ancora identificate.
Akhmednabiyev, corrispondente per 'Novoye Delo' - settimanale famoso per le inchieste sulla corruzione del governo locale - aveva ricevuto varia minacce di morte ed era scampato ad un attentato a gennaio, compiuto nello stesso luogo in cui è stato assassinato a luglio.

Inferiore il numero di giornalisti morti per Cpj, come si diceva, in piccolo calo rispetto al 2012 (74 giornalisti uccisi). Il 44 per cento delle vittime è stata assassinata. Il 35 per cento dei giornalisti è morto invece durante un combattimento o uno scontro a fuoco.

Pakistan, Somalia, India, Brasile, Filippine, Mali e Russia sono stati i Paesi più pericolosi per la stampa nel 2013, insieme alla Siria. Nel Paese in guerra nel 2013 sono morti 29 giornalisti, 63 dall'inizio del conflitto. Anche il numero di giornalisti rapiti nel Paese è stato molto alto quest'anno: nel 2013 in Siria sono stati rapiti 60 reporter.

Trenta sono ancora nelle mani dei rapitori e di molti di loro non si hanno notizie. La maggior parte dei giornalisti rapiti sono nelle mani di gruppi di ribelli, ma almeno un giornalista è morto mentre era in prigione a Damasco. “Abdul Raheem Kour Hassan, il direttore della Radio d'opposizione Watan FM, è stato arrestato a gennaio e le autorità hanno informato la sua famiglia della sua morte solo ad aprile, senza dare nessun dettaglio. Si teme che sia stato torturato e ucciso dall'intelligence siriana in un carcere di Damasco” - spiega il rapporto di Cpj.

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