Antonio Preziosi lascia la direzione di RadioUno e dei Gr, anche se non si sa quale sarà la sua destinazione. Subentra Flavio Mucciante, finora a capo di Radio 2. Qui arriva, ad interim, Sinisi.
Cambia un'altra direzione editoriale di peso in Rai e finalmente, dopo mesi di voci e malumori, cambia qualcosa di importante a RadioRai, la vera 'cenerentola' del gruppo pubblico e da tempo 'immobile', mentre gli ascolti diminuiscono a vista d'occhio.
Il Consiglio di amministrazione della Rai ha dato il via libera alla sostituzione di Antonio Preziosi alla guida di Giornale Radio e Radio1. Al suo posto, con un voto all'unanimità, arriva Flavio Mucciante, che lascia la guida di Radio2 ad interim a Nicola Sinisi, che è anche responsabile della Direzione Radio.
Già da tempo il vertice di Viale Mazzini aveva intenzione di modificare l'assetto del primo canale radiofonico, in sofferenza e bisognoso di un rilancio. A prevalere è stata la soluzione interna, di cui da tempo si parlava e in grado di mettere d'accordo tutti i Consiglieri.
Quelli di centrodestra, in particolare, hanno difeso a lungo Preziosi (nominato in era 'berlusconiana') e non nascondevano l'insofferenza per l'arrivo di un esterno. Tanto più che era circolato con una certa insistenza il nome, a loro non gradito, di Marcello Sorgi (anni fa al Tg1, poi a 'La Stampa'). Il dg Gubitosi, che aveva già annunciato in precedenza di voler cambiare la direzione di Radio1 e Gr, dovrà ora trovare una collocazione a Preziosi, a scanso di cause giudiziarie.
Il consigliere Antonio Verro si dice «sicuro che il direttore generale individuerà molto presto per lui una nuova adeguata collocazione». Esprime soddisfazione il comitato di redazione del Giornale Radio, che «da tempo chiedeva decisioni e un piano di rilancio».
In Cda Gubitosi ha anche informato i consiglieri delle trattative in corso con Sky, grazie alle quali la Tv pubblica rinuncerebbe, in via sperimentale per un anno, ad oscurare i suoi programmi sui televisori degli utenti della pay-t (ed era ora, ci sembra). L'eventuale accordo - di cui dà notizia 'La Repubblica' - consentirebbe di chiudere un contenzioso durato anni e contemplerebbe anche la condivisione di alcuni diritti sportivi per eventi di grido.
Continua a far discutere, infine, l'ipotesi avanzata dal commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli di ridurre le sedi regionali Rai. Ora a intervenire sono i sindacati di settore. «Da tempo sosteniamo - affermano Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Snater, Libersind-Confsal, Ugl Telecomunicazioni - la necessità di rafforzare e consolidare le sedi regionali, oggi spesso in sofferenza, per garantire una qualità del servizio pubblico che ci avvicini a quelli degli altri Paesi europei. Quello che viene suggerito invece è di andare in direzione opposta, violando persino quanto stabilito dalla legge».