In Francia la Corte d’Appello condanna la casa di produzione Glem a pagare i partecipanti ad un reality come dei veri dipendenti: lavoro retribuito, ferie pagate, maggiorazione del lavoro notturno e rispetto della privacy.
La reality-tv all'ombra della Tour Eiffel rischia di costare una fortuna ad alcune case produttrici francesi e di sconvolgere le regole dei reality. È trapelata da pochi giorni (anche se la causa ' stata vinta in appello qualche settimana fa) la notizia che in Francia a tre dei partecipanti al reality show "L'ile de la tentation" la produzione Glem dovrà pagare la somma di 27.000 euro a testa.
Tutto inizia nel 2003, quando due dei partecipanti ai reality che mettevano alla prova l'amore di alcune coppie, buttandole su una spiaggia della Costarica in mezzo a tentatori e tentatrici che cercavano di separarli, si rivolgono allo studio legale di due giovani avvocati parigini, Jeremie Assous e Hayat Djabeur.
Due settimane di riprese intense senza poter tirare il fiato neanche un minuto per il povero Antony Brocheton e la sua fidanzata Marie.. I due si aspettavano un reality dai ritmi molto rilassati. E invece la produzione incalzava i concorrenti, costringendoli ad essere presenti nei filmati per molte ore al giorno con la possibilità di dormire solo 5 ore a notte. Vietato qualsiasi contatto con l'esterno. Proibito qualsiasi approccio con i tecnici in loco, apparecchio telefonico sequestrato. Passaporto preso in consegna dalla produzione all'arrivo sull'isola.
Chi voleva andarsene non aveva altra scelta che abbandonare il programma. Sembrava facile ma la casa produttrice Glem, che fa parte di Tf1, aveva inserito nel contratto una clausola capestro che prevedeva il versamento ai produttori di 15.000 euro. Tutto, insomma, veniva stabilito dalla produzione: ora di pranzo e cena e tutte le intense attività da fare durante la giornata. "Abbiamo ascoltato il racconto allibiti - ha spiegato l'avvocato Assous - e ci siamo detti che prestazione e subordinazione, due dei criteri che definiscono il rapporto di lavoro in Francia, li avevamo lì davanti agli occhi".
Era previsto anche il terzo elemento, lo stipendio, perché i concorrenti percepivano1500 euro per il disturbo. Ma mancava un vero e proprio contratto di lavoro.
I due concorrenti hanno vinto la causa in primo grado e successivamente anche la Corte d'Appello si è espressa in loro favore. Il verdetto della Corte d'Appello fa giurisprudenza ed ora si sono rivolti ai due avvocati parigini altri 15 concorrenti di alcuni reality transalpini di Tf1 e M6 ("Les colocataires" su come trovare il coinquilino ideale; "Koh-Lanta, un'altra avventura ai Tropici"; "Bachelor", lo scapolo in cerca di una moglie; "Top model", ragazze che inseguono il sogno della passerella.
Un'altra botta ai reality francesi è venuta dal caso di "Pekin Express", un reality giunto alla terza stagione in cui i concorrenti devono attraversare un continente con un solo euro al giorno ingegnandosi e facendosi dare una mano dagli abitanti del luogo per farsi mantenere, alloggiare, ecc. Un programma da circa 4 milioni di spettatori. Ma un giornalista del programma, uscito dal meccanismo ha denunciato tutto: la trasmissione è finta, manipolata. La produzione si dà da fare perchè il reality funzioni al meglio. Il giornalista racconta addirittura di avere pagato delle auto in Cina e Sudamerica perché la coppia beniamina del pubblico arrivasse prima al traguardo, rallentando la corsa degli altri con finti incidenti.