Da Claudio Imprudente, presidente del Centro Documentazione Handicap di Bologna, direttore della rivista “Hp-accaparlante”, abbiamo ricevuto questo commento sul 2003, anno europeo delle persone con disabilità. Lo pubblichiamo volentieri.
"È arrivato il 2003, anno delle persone con disabilità!
Una sfida per continuare a crescere ancora
Navigando in internet per i siti del ministero delle politiche sociali, della comunità europea, del segretariato sociale della Rai ho trovato molti riferimenti al 2003, anno delle persone con disabilità. Ecco un documento introduttivo:
"L'anno dovrà portare all'ottenimento di pari diritti per le persone disabili. L'attenzione sarà focalizzata, in tutta Europa, nelle molte aree della società dove barriere e discriminazione esistono ancora. L'Anno Europeo delle persone con disabilità è un'opportunità storica per potere migliorare la situazione di 38 milioni di disabili in tutta Europa (uno su 10 europei). Le persone disabili sono cittadini con pari diritti. Nuove misure ed un coinvolgimento attivo di tutti i settori dovranno portare ad un cambiamento positivo nel modo in cui le nostre società includono i disabili. Il 2003 dovrà rappresentare l'inizio di una nuova era, un modo nuovo con il quale la società guarderà ai disabili".
L'ultima iniziativa di questo genere risale al 1981 ed era denominata "anno mondiale dell'handicappato". All'epoca avevo ventun anni, l'Italia stava per diventare campione del mondo, e cominciavo a frequentare le ultime file dei convegni sull'argomento handicap.
Mi ricordo che i nodi di dibattito erano principalmente due: i diritti delle persone handicappate e le famigerate barriere architettoniche. I primi, non si sa perché, non erano mai accompagnati dai doveri, e le seconde erano conosciute solo dagli addetti ai lavori. Le associazioni di categoria si battevano per avere garantite l'assistenza e l'accessibilità nel tessuto sociale. Erano tempi in cui aleggiava lo stereotipo dell'handicappato che protesta e recrimina, oppure resta da solo in casa, tristemente davanti alla Tv. Paradossalmente sul palco di quei convegni non si vedeva mai un handicappato. Combattendo quelle battaglie giuste e necessarie formammo un gruppetto per ragionare su come un disabile potesse diventare risorsa per la collettività. Iniziava il cammino del Centro Documentazione Handicap di Bologna.
Venti anni dopo ecco un'altra iniziativa: il 2003, anno delle persone con disabilità. L'handicappato è diventato persona con disabilità!
Questo cambiamento rivela una importante evoluzione culturale: la persona non è più rappresentata dagli ostacoli che incontra bensì dalle abilità che non ha. Viene riconosciuto che gli handicap, cioè gli ostacoli, sono nelle strutture e nel vissuto culturale di ognuno. Con questa prospettiva, come sostiene Andrea Canevaro, diventa compito di tutti lavorare per la diminuzione di questi ostacoli. Ormai sono mesi che il Centro Documentazione Handicap di Bologna sta lavorando per non lasciarsi scappare questa importante occasione. L'obiettivo è un ulteriore salto di qualità: la persona non deve essere rappresentata dai propri deficit e dalle proprie non-abilità. Se proprio è necessario istituire una categoria, partiamo dalle abilità, non solo quelle residue, ma soprattutto quelle diverse e nuove.
Sempre navigando per siti importanti ho trovato anche una serie di punti-obiettivo che mi sembra utile riportare:
- incoraggiare la riflessione e la discussione di misure necessarie atte a promuovere pari opportunità per le persone disabili in Europa;
- promuovere lo scambio di buone abitudini e strategie efficaci studiate a livello locale, nazionale ed europeo;
- incoraggiare la riflessione e la discussione di misure necessarie atte a promuovere pari opportunità per le persone disabili in Europa;
- rafforzare la collaborazione tra tutte le parti coinvolte, principalmente Governo, partner sociali, OGN, servizi sociali, settore privato, comunità, gruppi di volontariato, persone disabili e le loro famiglie;
- aumentare la comunicazione sulle disabilità e promuovere un'immagine positiva delle persone disabili;
- aumentare la consapevolezza di eterogeneità delle persone disabili e dei vari tipi di disabilità;
- aumentare la consapevolezza della discriminazione su più livelli che devono affrontare i disabili;
- prestare particolare attenzione ai diritti dei bambini e dei giovani disabili per ottenere uguaglianza nell'istruzione. Questo per incoraggiare e sostenere la loro completa integrazione nella società e per promuovere lo sviluppo della collaborazione europea tra coloro che sono coinvolti professionalmente nell'istruzione di bambini e giovani disabili, per poter quindi migliorare l'integrazione di scolari e studenti con bisogni speciali in strutture normali e specializzate e in programmi di scambio nazionali ed Europei.
Tutti i punti citati mi trovano d'accordo. Evocano dei principi e delle strategie che, da tempo, animano il nostro lavoro. Stiamo già cogliendo i frutti della creazione di una serie di reti di relazioni che facilitano lo scambio di esperienze e buone prassi. Come si sa l'unione fa la forza, e oltre a un peso politico maggiore, una rete garantisce più informazione su occasioni da non perdere. Si è rivelato importantissimo stringere legami fra istituzioni pubbliche, imprese profit e terzo settore.
La visibilità è un altro fattore determinante: sempre i mass-media si sono rivelati in grado di modificare e migliorare la cultura di un Paese. Basterà dare qualità, correttezza e un pizzico di creatività ai contenuti e alle informazioni trasmesse. La Rai ha dimostrato di voler impegnare ingenti risorse durante questo importante anno, lo ha fatto dando voce a quelle realtà, anche non istituzionali, che danno contributi innovativi e di qualità.
Finalmente l'anno è a livello europeo, non universale: significa dare concretezza e realismo all'iniziativa senza avere la presunzione di imporre principi, politiche e soluzioni a livello mondiale.
Per concludere, l'ONU ha istituito il 2003 come l'anno mondiale dell'acqua, questo mi ha suscitato una riflessione: l'acqua è simbolo della vita e una risorsa fondamentale per l'uomo. Credo che anche l'handicap potrebbe diventare risorsa e simbolo di vita.
C'e molto da lavorare, ma niente paura, è solo una questione di tempo!".
Claudio Imprudente - claudio@accaparlante.it