Probabilmente nemmeno la dirigenza di RaiUno si aspettava un successo così ma “Ti lascio una canzone”, condotto da Antonella Clerici, continua a fare record d’ascolti.
Il paragone con "Piccoli fans" (come dice anche Aldo Grasso nella sua Rubrica sul 'Corriere della Sera') viene quasi naturale. E allo stesso modo non si può dimenticare la parodia della Gialappa's negli anni '80 a "Mai dire Tv" del programma di un'emittente belga nella quale giovani cantanti in erba scimmiottavano i divi della canzone. Di quel programma è rimasto impresso un bambino che, con tanto di pelo posticcio sullo stomaco e camicia aperta, cantava una canzone di Toto Cutugno, che il presentatore si ostinava a chiamare Toto Totugno: e giù commenti della Gialappa's.
Ma torniamo a noi e al programma del sabato sera condotto da Antonella Clerici che, a dispetto di ogni aspettativa, compreso quello della conduttrice, ha fatto record di ascolti. Sabato scorso il programma ha fatto il 32,82% battendo l'intramontabile 'Corrida' di Scotti, che è rimasta al 24,32% di share.
Il programma della Clerici rispetta tutte le regole dello show del sabato e i giovani cantanti si adeguano, con un abbigliamento curato, spesso da sera. I giovani cantanti interpretano il pezzo per vedersi poi comparire sul palco l'autore, mentre altri cantanti, seduti da una parte ascoltano e annuiscono con il capo.
Alcune canzoni prevedono anche una coreografia. E allora ecco bambine e ragazzine che accompagnano la performance della compagna con balletti. Tutto come in uno spettacolo del sabato sera.
Certo, nell'intervallo di tempo trascorso tra i piccoli fans della Milo e "Ti lascio una canzone" della Clerici, i tempi sono cambiati. E i bambini anche. Quelli di oggi hanno vinto la timidezza dei bambini della Milo, sono più divi, scimmiottano gli artisti che interpretano, per lo più artisti un po' in disarmo ma riportati sulla breccia dalla Clerici, come Paul Anka o Liza Minelli,.
Insomma, sono cresciuti a pane e Tv. Snobbano lo 'Zecchino d'Oro', i cui protagonisti in confronto a loro sono l'innocenza fatta persona, conoscono 'Amici', qualcuno di loro vede con i genitori "Il Grande Fratello" e dimostrano di comprendere già il meccanismo televisivo. Sanno che è importante esserci, a cantare o a recitare è lo stesso, ma esserci è fondamentale. Anche loro sono figli del nostro tempo televisivo.
E, come nota lo stesso Grasso, se ai tempi della Milo associazioni di genitori e altri avevano levato gli scudi contro una forma di "sfruttamento" infantile, oggi tutti tacciono. Perché ormai, anche questo fa parte del gioco televisivo, ovviamente.
Elena Romanato