Come noto, all’inizio di agosto la Commissione di Vigilanza della Rai ha eletto secondo le procedure della legge Gasparri tuttora in vigore, il nuovo Cda dell'azienda di viale Mazzini, visto che quello precedente era scaduto da alcuni mesi. Si sa infatti che la legge di riforma della governance della stessa Rai voluta dal Governo Renzi era stata approvata dal solo Senato prima della pausa estiva e che dunque per l’approvazione definitiva potevano passare altri mesi. Di qui la decisione di far eleggere il nuovo Cda secondo le precedenti procedure e con le vecchie regole (diciamo in sostanza con un po’ meno di potere del Governo in merito alle nomine e con un forte ruolo della Vigilanza; Gasparri gongolava…), anche se Renzi si è tolto la soddisfazione di inserire nella nuova legge approvata dal Senato la singolare norma per cui i vertici eletti con le vecchie procedure avranno però, a legge approvata, i poteri previsti dal nuovo provvedimento, almeno per ciò che concerne l’AD (che però resterà il vecchio direttore generale; sembra di poter dire, a occhio, che si tratterà, a regime, di un mezzo pasticcio).
Ecco dunque i nuovi membri del Cda scelti dalla Vigilanza: il PD ha eletto Guelfo Guelfi (presidente del Teatro Puccini e spin doctor della campagna comunicativa di Matteo Renzi), Rita Borioni (storica dell'arte), Franco Siddi (ex segretario Fnsi). In quota ‘area popolare’ è stato eletto Paolo Messa (direttore del Centro Studi americani), mentre il Movimento Cinque Stelle e Sel hanno fatto convergere i loro voti su Carlo Freccero (ex direttore di Rai 2 e Rai 4), che appare l’unico candidato realmente ‘tecnico’ sul piano strettamente televisivo.
Per il centrodestra due i membri nel Consiglio di Amministrazione: Arturo Diaconale (direttore del giornale ‘L'Opinione delle libertà’) e Giancarlo Mazzucca (direttore de ‘Il Giorno’ ed ex direttore del ‘Resto del Carlino’, oltre che ex parlamentare Pdl).
La minoranza Pd aveva inutilmente proposto a Renzi il nome di Ferruccio De Bortoli, peraltro molto critico in alcuni suoi editoriali nei confronti del Presidente del Consiglio.
Non era scontato che il centrodestra riuscisse ad eleggere due suoi ‘rappresentanti’: alla fine il gioco delle alleanze e dei veti ha fatto sì che oltre a Diaconale sia stato eletto anche Mazzucca.
L’ottavo consigliere (il nono è il presidente e il suo voto su eventuali decisioni controverse è determinante) scelto dal Ministero dell’economia è l’economista Marco Fortis, da circa un anno consulente economico anche di Palazzo Chigi.
Per la presidenza (che doveva piacere ai 2/3 della Vigilanza, sempre per via delle norme della Gasparri) Renzi ha estratto dal cilindro un nome che alla fine è piaciuto a molti come quello di Monica Maggioni, direttore di Rai News e giornalista ed ex inviato, da qualche anno in forte ascesa, senza connotazioni politiche così forti da risultare sgradita all’uno o all’altro partito.
La partita vera era poi quella, ovviamente, del direttore generale, che è di fatto scelto da Palazzo Chigi pur risultando eletto dal Cda e il nome prescelto è stato quello di Antonio Campo Dall’Orto, manager noto nell’ambiente televisivo per le varie cariche ricoperte soprattutto a Mtv e La7. La nomina è stata convalidata all’unanimità dal Cda di Viale Mazzini prima della pausa estiva. Il Consiglio d’amministrazione ha anche designato Mirella Marzoli direttrice ad interim (in via provvisoria) di Rai News 24, in sostituzione di Monica Maggioni.
Campo Dall’Orto, nato nel 1964 a Conegliano Veneto, è professionalmente cresciuto a Mediaset e a soli 28 anni è stato vicedirettore generale di Canale 5, diretta all’epoca da Giorgio Gori. Con lui è sempre stato ospite fisso alla Leopolda, la kermesse ideata da Renzi quando era sindaco di Firenze. Poi la direzione generale di Mtv, e l’esperienza a La7, all’epoca di Telecom.