I paradossi di Berlusconi ministro ad interim

Il Presidente del Consiglio (e ministro dell’Economia) in questo periodo può dunque quasi ritenersi (sia pure ‘pro tempore’) proprietario sia della Rai che di Mediaset (!) e – ricorda il segretario dei Ds Piero Fassino – potrà indicare perfino il nuovo presidente della Rai, perché così stabilisce la legge Gasparri sulla tv, anche se poi viene prevista un’approvazione successiva, a forte maggioranza, da parte della Commissione di Vigilanza. Insomma, oltre che essere l’editore del Tg5 da qualche g…

Il Presidente del Consiglio (e ministro dell'Economia) in questo periodo può dunque quasi ritenersi (sia pure 'pro tempore') proprietario sia della Rai che di Mediaset (!) e - ricorda il segretario dei Ds Piero Fassino - potrà indicare perfino il nuovo presidente della Rai, perché così stabilisce la legge Gasparri sulla tv, anche se poi viene prevista un'approvazione successiva, a forte maggioranza, da parte della Commissione di Vigilanza.

Insomma, oltre che essere l'editore del Tg5 da qualche giorno Silvio, sia pure più in via più teorica che effettiva, lo è a pieno titolo e con il crisma della legge anche del Tg1: in questi giorni, poi, la Rai sta provvedendo alla fusione con la holding di controllo, creando una nuova unica società, di cui il Ministero del Tesoro, cioè quello dell'Econonia, oggi nelle mani del Presidente del Consiglio, è azionista quasi al cento per cento.

La fortissima tensione politica di questi giorni deriva anche da questa catena di paradossi, non ancora regolata in alcun modo da una legge sul conflitto d'interessi che tuttora giace inspiegabilmente in Parlamento per pure ragioni formali.

Sulla rovente questione l'Udc, che minaccia l'appoggio esterno al Governo, sta passando dalle parole ai fatti, concentrandosi su Viale Mazzini e depositando una mozione alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Obiettivo della mozione è imporre una scadenza certa (e vicina) alla vita dell'attuale Cda della stessa Rai; ma proprio questo farebbe scattare - ancora un paradosso - la procedura della Gasparri che prevede che sia il Ministero del Tesoro ad indicare alcuni consiglieri, fra cui il Presidente, della Rai.

Tornando al Cavaliere, l'imprenditore Silvio Berlusconi si trova da ministro del Tesoro a capo di altre 28 aziende di cui il Ministero dell'Economia e delle Fnanze è azionista. quasi sempre di maggioranza. Si pensi ad Alitalia (62,23%), Enel (50,63%) e Eni (20,32%), tutti fra l'altro grandi investitori pubblicitari e quindi in rapporto con Publitalia. O a Poste Italiane spa (65%), che già vende ai propri clienti i prodotti Onanziari di Mediolanum, altra società fortemente partecipata dal premier. O a Cinecittà Holding (100%), considerando i suoi rapporti con Medusa, la società Fininvest che si occupa di cinema e di audiovisivi.

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