Il regista Michele Guardì, noto per suoi programmi televisivi sulla Rai, ha curato la riduzione teatrale, i testi e la regia dell’opera manzoniana, ricavandone un musical ‘kolossal’. E naturalmente la Tv ne darà attentamente conto…
È stato presentato nel Duomo di Milano giovedì scorso 29 aprile, con grande successo di pubblico, e trasmesso in diretta da RaiTre, il musical di Michele Guardì "I promessi sposi". Il regista, molto noto per suoi programmi televisivi del mattino e di mezzogiorno sulla Rai, ha curato la riduzione teatrale, i testi e la regia dell'opera manzoniana, con musica e arrangiamenti di Pippo Flora e con la direzione d'orchestra di Renato Serio. Dopo l'anteprima milanese l'opera verrà proposta il 18 giugno allo stadio di San Siro di Milano con un grande show forte di un budget di 5 milioni di euro, mentre il 14 settembre ci sarà la messa in onda del musical su RaiUno.
Nell'anteprima del 29 aprile al Duomo di Milano non ci sono stati ballerini, imponenti scenografie e costumi ma solo alcune letture fatte da Giorgio Albertazzi, intervallate da cori della Compagnia del teatro musicale italiano.
Un'opera ed un impegno nuovi per Guardì, più abituato alla "piazza" di GiancarloMagalli, che comunque con il musical dei Promessi sposi ha voluto cimentarsi in un'opera molto particolare, che mischia sacro e profano (il musical seppur in forma ridotta è stato addirittura presentato in una delle chiese più importanti d'Italia con tutta la Curia milanese al gran completo), tra politica e religione, mischiando sapientemente Tv e teatro, con testi recitati e testi cantati.
Lo show punta sul musical, un genere che in questi ultimi anni ha riscosso un notevole successo ed ha visto tradurre in musica molte storie letterarie, come quella del gobbo di Notre Dame, solo per citarne una. Sicuramente la rappresentazione di Guardì che è stata programmata per il prossimo giugno si prospetta colossale, con un investimento milionario, con tanto di trasmissione sul territorio nazionale tramite il primo canale Rai. Sarà l'Audtel, alla fine, a dire se l'esperimento è riuscito.