I tempi della Tv sono finiti

Giorgio Simonelli, Comitato Tecnico di Millecanali

Giorgio Simonelli, Comitato Tecnico di Millecanali

Quando, nella primavera del 2013, approdò sui teleschermi la versione italiana di In Treatment, le puntate andavano in onda ogni sera alle 20.30 su Sky cinema1. Il fascino del prodotto derivava, oltre che dalle sue intrinseche qualità, anche da questa forma di appuntamento quotidiano fisso che riproduceva la cadenza tipica dell’avvenimento rappresentato: la seduta dallo psicanalista prevista alla stessa ora dello stesso giorno di ogni settimana.

Passati più di due anni, la seconda molto attesa e sempre appassionante serie viene proposta sia su Sky Cinema Cult alle 20.30, sia su Sky Atlantic alle 19.40 con replica alle 23.10; non mancano, poi, ancora altre repliche e, per finire, nel weekend c’è il pacchetto completo di tutte le puntate della settimana in successione.

Si tratta di una questione di organizzazione del palinsesto, un semplice dettaglio per coloro che guardano soprattutto ai contenuti. Ma non è un dettaglio insignificante, anzi, mi sembra molto significativo di una linea evolutiva della Tv.

Come da molte parti si osserva e si annuncia con qualche trionfalismo, le modalità tradizionali di consumo televisivo sono ormai un residuo del passato e il futuro della Tv prevede tutt’altre forme di rapporti con il prodotto. Non una fruizione i cui tempi sono dettati dal palinsesto dell’emittente, ma la scelta libera del destinatario di consumare il prodotto nei tempi e nelle cadenze che più gli sembrano opportune. Così funziona lo streaming e la visione differita di cui ha parlato Siliato su queste pagine, così si propone di fare Netflix.  La scelta di Sky, la dispersione di un prodotto di punta in una molteplicità di occasioni di fruizione va, dunque, proprio in questa direzione; anzi può essere letta come un modo di giocare di anticipo rispetto a un’idea e a una pratica televisiva che si sta affermando, una scelta di forte attualità e modernità.

Tutto bene dunque? O è possibile sollevare qualche dubbio senza passare immediatamente per conservatori o passatisti? A me pare che non sia del tutto fuori luogo manifestare qualche riserva: chiedersi per esempio se è davvero il caso di cancellare la logica e la magia dell’appuntamento fisso, non differibile nella rappresentazione di ogni realtà, anche di quelle in cui la ritualità dell’appuntamento è una componente essenziale e affascinante. Com’è proprio delle sedute dallo psicanalista, ma non solo…

Voi che cosa ne pensate? Dateci la vostra opinione

There are 2 comments

  1. Corrado vada

    Credo che l’abbandono dell appuntamento fisso sia motivato ed abbia una sua spinta utile alla tv e al tejediettatire che , abituato dalla rete , cerca ” quando pare a lui” cosa vedere . Tanti questo mio ….commento non si sa dove vederlo

  2. Emanuele

    La fruizione differita e’ una questione
    di semplice comodità : uno guarda la TV quando ha tempo di farlo, my sky, netfix e lo streaming consentono di farlo. Io, senza my Sky, non potrei vedere nulla di quello che viene trasmesso, per inconciliabilità di orari.

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