Il 2015 anno nero con 110 giornalisti uccisi

Rimane alto il conto in vite umane pagato dai giornalisti nel 2015: 110 le vittime

In base al report di Reporters sans frontieres sono 110 i reporter uccisi, due terzi dei quali, in controtendenza rispetto al 2014, sono stati uccisi non in zone di guerre ma in Paesi formalmente privi di conflitti. Infatti, dei 110 giornalisti uccisi il 36% erano in zone di guerra e il 64% in zone non di guerra (l’anno si è tragicamente aperto con il massacro di Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015).

Stando ai dati, sul totale, 67 giornalisti sono stati eliminati mentre stavano svolgendo il loro lavoro o proprio perché giornalisti, facendo salire a 787 il numero di reporter uccisi in 10 anni, dal 2005. In 43 hanno perso la vita in circostanze avvolte dal mistero.  Nella conta risulta anche la perdita di 27 ‘citizen-journalists’ e 7 operatori.
I paesi più pericolosi sono: Iraq, dove sono morti 11 giornalisti; Siria , 10 giornalisti morti; India, 9 giornalisti uccisi; Francia, 8 giornalisti uccisi, Yemen 8 uccisi; Messico, 8 giornalisti uccisi; Sud Sudan, Filippine e Honduras 7 giornalisti uccisi. I giornalisti tenuti in ostaggio sono invece 54 e quelli detenuti sono 153.

(immagine http://rsfitalia.org)

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