Il 2016 della pubblicità: + 3,14%

 

L’Upa conferma una crescita degli investimenti pubblicitari a fine 2016 del 3%, anzi per la precisione il numero (positivo) è 3,14% «come il pi greco». Lo ha dichiarato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa, in occasione dell’assemblea annuale degli Utenti Pubblicità Associati, che riunisce 500 aziende inserzioniste in rappresentanza del 90% degli investitori. A trainare la raccolta è l’alimentare, mentre l’auto segnerà un leggero rallentamento.

Certo, la Brexit non aiuta ma «l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea può rappresentare un’opportunità per ottenere più flessibilità dalla Ue, che significa liberare risorse per la digitalizzazione e la banda larga, la cui diffusione in Italia è una vera vergogna».

Anzi, “la banda larga è l’asse centrale su cui far crescere i consumi” in Italia e “attraverso l’ecommerce e le startup, che valgono circa il 4% del Pil, ci potrebbero essere 30 miliardi di ulteriori ricavi per le imprese”.

Per Sassoli, occorre «continuare a investire in comunicazione sostenendo i consumi, sola variabile da tenere sotto osservazione. Ecco perché noi proponiamo un piano di tax credit da 100 milioni sugli investimenti incrementali sulla carta stampata, a cui aggiungere altri 300 milioni in tax credit da ripartire sugli altri mezzi. Un sistema da 400 milioni totali da far partire subito, con durata di un anno».

Ma dove si indirizzano gli investimenti pubblicitari? Sulla Televisione per poco meno del 50%, sulla Radio, «mezzo interessante» perché si integra con la Tv, e sull’online tra social e search mentre i ‘display’ hanno raggiunto il loro tetto. Stabile invece la stampa, che ha segnato in ogni caso un recupero grazie al digitale.
Da gennaio arriveranno i primi dati del Superpanel Auditel ma Upa lavorerà anche con la nuova Audiradio, apprezzando lo sforzo di rilanciare le rilevazioni del settore. Sulla metodologia da adottare, però, c’è discussione: «Ci siamo già incontrati. C’è disponibilità per imboccare una strada di rilevazione più tecnologica. Dopo l’estate partiranno i tavoli tecnici».
Audiweb, poi, deve comprendere anche i social e pure il programmatic buying.
Sulla Rai, che sta a cuore da anni al presidente Upa, Sassoli ha detto: «Vogliamo una Rai coraggiosa, che sperimenti, perché questo significa fare servizio pubblico. Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ci sembra vada in questa direzione». Tuttavia, «la Rai deve ancora recuperare terreno per diventare una vera e propria digital media company».

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