Presentati i nuovi palinsesti, il Gruppo a settembre dovrà lottare contro il calo della pubblicità e il rallentamento del mercato pay, senza dimenticare l’incognita Endemol.
Il Gruppo Mediaset sta attraversando un momento delicato del proprio sviluppo. Come altri colossi mondiali del settore, è impegnato ad affrontare la lunga e turbolenta fase di trasformazione del mercato dei media che a livello nazionale sta generando più di un grattacapo, complice una stagnazione economica che non accenna a terminare. La raccolta pubblicitaria, ad esempio, non da più le soddisfazioni di una volta, il titolo cade in Borsa, il mercato della pay digitale sta rallentando.
Gli effetti della lunga crisi si fanno sentire e si sommano ad altri guai, come il processo di ristrutturazione del debito (oltre 2 miliardi di euro) di Endemol e l'imminente sentenza d'appello nel processo civile per il lodo Mondadori dove in ballo c'è un risarcimento di 750 milioni di euro da parte di Fininvest alla Cir di De Benedetti che, però, assicura Piersilvio Berlusconi, “non inciderà sulle strategie di Mediaset”.
Proprio Pier Silvio Berlusconi ha parlato senza remore di tutti questi nodi durante la conferenza stampa ultranotturna posta a latere del tradizionale galà di fine giugno destinato alla presentazione dei palinsesti autunnali. Su Endemol, pur sottolineando che si tratta di' un'azienda in salute, (“anche quest'anno farà 150 milioni di Ebitda”), ha manifestato una certa scontentezza nei confronti del management che la governa con logiche più finanziarie che industriali. Entrare nel board della società è costato tanto al Gruppo, ma adesso non è chiaro cosa ne farà in futuro.
Sui chiari di luna in Borsa ha risposto che “non sono legati a questioni di business ma alla crisi italiana, alla situazione politica instabile” e al fatto che Mediaset sia legata al Premier. Ma anche se il contesto è quello che è, gli obiettivi sui quali si concentrerà il lavoro del Gruppo non cambiano. A partire dallo sviluppo del settore pay digitale, il quale, pur frenato dal calo dei consumi, continua a mietere risultati: Mediaset Premium chiuderà l'anno con una crescita a due cifre (+ 20%), gli abbonati sono aumentati di 300mila negli ultimi 6 mesi, le tessere attive sono 4,4 milioni, di cui 2 milioni abbonamenti e il resto tessere prepagate, la maggior parte delle quali (2 milioni) sono scadute lo scorso 30 giugno. La novità è che Mediaset Premium rimodulerà i propri pacchetti con la nascita di due nuove offerte: una, 'Smart', "con il meglio del calcio a 10 euro" e l'altra, 'Family', con un'offerta mista di calcio e altri canali a 19 euro. “La pay-tv per noi è fondamentale, sia in termini difensivi nei confronti di un concorrente molto forte come Sky sia in termini di business. Senza Mediaset Premium, Sky sarebbe andata a 9 milioni di clienti”.
Centrale è anche il mercato della Tv generalista, definito “il mezzo più forte, l'unico capace di tenere milioni di persone davanti allo stesso programma”. Secondo i dati presentati dal vicepresidente di Mediaset, “la Tv italiana continua a crescere: oggi ha 49 milioni di spettatori al giorno, 1,6 milioni in più di quando, nel 2007, è iniziata la penetrazione nel digitale. E il tempo medio di visione è aumentato di 30 minuti al giorno”.
Sul fronte degli ascolti, Berlusconi ha sottolineato che dal 2007 ad oggi le reti Mediaset hanno guadagnato il 3,2% di share oltre a confermarsi leader incontrastate per il pubblico giovane. Nessun accenno invece ai dati della stagione appena archiviata che ha visto nelle 24 ore Canale 5 scendere al 18,2% di share, Italia 1 all'8,5%, Rete 4 al 6,9%. Numeri che fanno pensare che il processo di redistribuzione degli ascolti tra vecchia e nuova televisione stia ulteriormente accelerando. Mediaset, giustamente, ormai si definisce un sistema di comunicazione integrato perché ha un piede piantato in tutte le piattaforme, ma non può dimenticare che il grosso del suo fatturato arriva dalla vecchia Tv commerciale. Qui si tratta di capire a quale altezza si fermerà l'asticella che misura la (fisiologica) fuga dell'ascolto verso le nuove forme di consumo Tv, sperando che una volta che questo processo giungerà ad una stabilizzazione, lo zoccolo duro rimanente non sia sotto il livello di guardia.
Durante la serata-evento di Cologno sono stati naturalmente presentati i nuovi palinsesti autunnali delle tre generaliste che prevedono un grande investimento sul prodotto - un miliardo e mezzo di euro nel 2011 - per offrire al pubblico la consueta micidiale offerta di intrattenimento, infotainment e fiction. Le novità, come al solito, nascono più dal rimescolio delle risorse interne.che dall''introduzione di elementi spiazzanti.
In autunno ci saranno nuovi programmi per Gerry Scotti e Paolo Bonolis su Canale 5 e per Piero Chiambretti su Italia 1, un format sud-americano affidato a Barbara D'Urso, l'approdo di Belen Rodriguez alla conduzione di 'Colorado Cafè', l'ingresso di Checco Zalone e Giorgio Panariello. Più una marea di riconferme, da Maria De Filippi ad Alessia Marcuzzi, da Federica Panicucci a Rita Dalla Chiesa, da Silvia Toffanin a Alessio Vinci, da Teo Mammuccari a Luca e Paolo, da Salvo Sottile a Ezio Greggio.
Quello che però manca a Mediaset per chiudere il cerchio è un programma di approfondimento che dia autorevolezza al segmento dell'informazione e per soprammercato all'intero comparto editoriale. Il 'Matrix' di Alessio Vinci, ormai irriconoscibile rispetto al progetto di Mentana, si è trasformato in una sorta di prosecuzione serale dei contenitori pomeridiani. Berlusconi, un nome lo aveva trovato per rinfrescare l'informazione, quello di Giovanni Floris, (“È perfetto per i nostri palinsesti”) ma il conduttore di 'Ballarò' alla fine ha preferito restare in Rai.
Altri progetti sono comunque in cantiere: “Vorremmo partire in autunno con un programma di approfondimento su Rete 4, ma non è detto che ci riusciremo”. Un passo in avanti verso una maggiore autorevolezza arriverà, sempre in autunno, con il lancio del canale all news TgCom24, il quale potrà contare su una redazione di oltre cento giornalisti completamente digitalizzati grazie al nuovo sistema editoriale Dalet che consente una maggiore integrazione con i nuovi media nonché di montare servizi in tempi rapidissimi. Tgcom24 punterà sulle hard news e sarà quindi incentrato sull'attualità e sulla cronaca, ma non sul gossip; sarà attivo sul digitale terrestre assieme ad un'altra novità, il canale Italia 2 (appena partito), pensato per un pubblico giovane maschile e diretto da Luca Tiraboschi.