Sull’americana Lifetime è stata trasmessa la fiction sul caso di Amanda Knox. Una vicenda intricata che continua a fare discutere, soprattutto oltreoceano.
È andata in onda l'altra sera sulla Tv via cavo americana Lifetime la fiction "Amanda Knox: Murder on Trial in Italy" sull'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto nel 2007 a Perugia.
Una fiction discussa e osteggiata dalla famiglia della vittima e dagli stessi condannati in primo grado: la studentessa americana Amanda Knox, il suo allora ragazzo Raffaele Sollecito e l'ivoriano Rudy Guede.
La fiction è comunque stata venduta in tutto il mondo, ma ha trascinato dietro di sé aspre polemiche, soprattutto in Italia e Inghilterra. Non verrà commercializzata in Italia (almeno per ora), dove la Knox sta per affrontare il processo d'appello (in primo grado è stata condannata 26 anni).
Il regista è Robert Dornhelm, austriaco di origini rumene e trapiantato in America (Amanda è invece interpretato dalla giovane Hayden Panettiere, della serie televisiva "Heroes"), il quale non ha gradito il fatto che, dopo le polemiche e il tentativo di bloccare la trasmissione della fiction da parte degli avvocati di Guede, Sollecito e della stessa Knox, oltre alla famiglia della vittima, la produzione abbia tagliato la scenda dell'omicidio di Meredith.
Una scena molto forte nella quale viene presentata l'aggressione nei dettagli, con un primo piano della vittima mentre grida prima di morire. La scena è stata tagliata ma resta comunque nei trailer che girano per il mondo per la promozione del film.
Insomma, questo è un caso molto delicato, soprattutto per il (affatto raro) tentativo di ingerenza da parte degli Stati Uniti nelle vicende processuali italiane; c'era stato l'interessamento della stessa Hillary Clinton, intenzionata a intervenire per fare rimpatriare Amanda (nientemeno).
Il regista, da parte sua, spiega di aver voluto solo presentare le cose in modo imparziale, senza sbilanciarsi a favore dei colpevolisti o degli innocentisti, ma stando a quanto si legge dalle interviste rilasciate ai giornali avrebbe già preso una posizione. «La mia teoria - ha detto Dornhelm - è questa: se veramente Amanda Knox ha ucciso a sangue freddo, avrebbe di sicuro dichiarato, intelligente e calcolatrice qual è, di essere incapace di ricordare qualcosa di quella sera tragica. Con questa confessione si sarebbe presa cinque anni di prigione al massimo. Gli inquirenti infatti non sono riusciti a trovare prove schiaccianti della sua colpevolezza. Amanda fino allora non aveva mai dato segni di comportamento violento, era una ragazza simpatica e dolce: perché ammazzare qualcuno senza un motivo? Quale sarebbe stato il movente? In questa storia non c'è nulla che quadra».
Certo, il caso è difficile, ma è bene che siano i giudici (italiani) ad esprimersi, non i registi (americani).