Meno film (185 contro 201 del 2014) ma più investimenti (338,8 mln nel 2015 contro 319,5 mln); coproduzioni in crescita (da 21 a 28) e aumento del numero dei Paesi partner (da 11 a 19), con una preponderanza delle partnership con la Francia. Modesto infine il numero delle coproduzioni minoritarie: 6 su 28 nel 2015. Ecco i dati forniti da Mibact e Anica sulla produzione cinematografica in Italia nel 2015
Guarda l'infografica sui numeri del cinema italiano nel 2015
I film diminuiscono (185 contro 201 del 2014) ma gli investimenti aumentano (338,8 mln nel 2015 contro 319,5 mln); le coproduzioni sono in crescita (da 21 a 28) e aumenta il numero dei Paesi partner (da 11 a 19), con una preponderanza delle partnership con la Francia. Il numero delle coproduzioni minoritarie è invece modesto: 6 su 28 nel 2015. La quota dei film di iniziativa italiana (film italiani e coproduzioni maggioritarie) è in lieve aumento sul totale dei film prodotti: il 72% del totale, con 135 film, rispetto al 69% del 2014, con 140 film. Sono questi i dati forniti da Mibact e Anica sulla produzione cinematografica in Italia nel 2015.
Entrando nei particolari, il costo medio complessivo dei film italiani prodotti nel 2015 supera i 2 mln, contro 1,9 mln del 2014. Invariata invece la percentuale del 60% dei film con costo di produzione inferiore a 1,5 mln. I film ad alto budget, con costo superiore a 3,5 mln, sono stati infine 29 nel 2015 (25 nel 2014), con un costo medio di 5,8 mln.
Per la produzione di film italiani, è in netto aumento la quota degli investitori esterni per apporti su cui è stato chiesto il tax credit, che sfiora il 30% del budget totale. È in aumento peraltro anche il tax credit interno, che copre circa il 13% dei costi totali. I contributi statali diretti poi costituiscono complessivamente circa l'8% della ‘torta’. I fondi regionali pesano invece per circa il 4%, mentre quelli sovrannazionali superano di poco l'1% del totale.
Nel complesso, lo Stato interviene nel cinema e nell’audiovisivo sia con sostegni diretti deliberati a favore della produzione, della distribuzione, dell’esercizio, della promozione e degli enti di settore, sia con le varie tipologie di credito d’imposta per le opere cinematografiche e per le opere audiovisive.
Analizzando tutti i sostegni diretti deliberati e tutti i crediti di imposta utilizzati nel periodo 2010-2015, si osserva come le agevolazioni fiscali siano andate crescendo progressivamente, con un picco nel 2015, determinato anche dall’estensione della misura ai produttori audiovisivi indipendenti.
Nel 2015 si evidenzia anche l’aumento dei sostegni diretti, in controtendenza con il trend degli ultimi anni. In totale nel 2015, lo Stato è intervenuto nel settore cinematografico e audiovisivo con 266 mln, il 31% in più dei 203 del 2014 e quasi il 70% in più rispetto al 2010.
Il cinema italiano, includendo le coproduzioni, l'anno scorso ha incassato in sala 132 mln per 21 mln di biglietti venduti. La quota di mercato nazionale scende così al 20,7% sul fronte degli incassi e al 21,3% sul fronte presenze, perdendo in entrambi i casi circa 6 punti rispetto all'anno precedente (con il peggior risultato degli ultimi 10 anni).
I primi mesi del 2016 hanno visto però un'inversione di tendenza: il cinema italiano nel primo trimestre ha raggiunto il 46% di quota di mercato, quasi triplicando gli incassi del 2015 e quasi raddoppiando quelli 2014.
L’ottava edizione del rapporto ‘Il Mercato e l'Industria del Cinema in Italia’ evidenzia poi che grazie al successo di ‘Quo Vado?’ di Checco Zalone il cinema italiano chiude invece il primo semestre 2016 con una quota di mercato superiore al 30%.
Con la realizzazione di 185 nuovi film l'Italia conferma peraltro il suo decimo posto nel ranking mondiale e la sua terza posizione nella classifica europea per i titoli d'iniziativa nazionale.
Nel complesso, il mercato della distribuzione di film in sala cinematografica nel 2015 si è ripreso rispetto agli anni precedenti, facendo registrare un incremento dei risultati al botteghino di circa l’11% rispetto all’anno precedente, mentre in riferimento al numero di biglietti venduti la crescita è stata del 9%.
Sono state infine 104 le opere ritenute ammissibili nel 2015, primo anno di applicazione delle norme che hanno esteso il tax credit alla produzione audiovisiva non cinematografica. Soltanto 9 progetti vedono come destinazione primaria la piattaforma web, mentre la gran parte dei titoli (95) è rivolta ad una primaria distribuzione televisiva. Prendendo in considerazione il genere si osserva una netta prevalenza di progetti di fiction (84) rispetto a documentari (13) e animazione (7).
Il credito totale richiesto è stato pari a 54,2 mln di euro, per un totale di investimenti complessivi pari a poco meno di 360 mln. Guardando al numero di episodi, emerge come circa il 60% dei progetti ha riguardato film Tv e mini-serie fino a 8 episodi.
Per il mercato cinematografico, una delle aree di auspicabile miglioramento, attualmente la più critica per il prodotto nazionale, è quella che riguarda la cosiddetta “stagionalità”, ovvero la disomogeneità del risultato complessivo al botteghino tra i diversi mesi dell’anno.
Anche dal punto di vista territoriale non muta per il mercato cinematografico nazionale una importante disomogeneità fra aree regionali: le regioni del Centro-Nord sono decisamente più servite da sale e multisale, offrendo una programmazione più ampia, sia nei centri urbani che nelle aree periferiche, mentre il Sud e le isole denunciano un’importante insufficienza di infrastrutture, con evidenti conseguenze in termini di box office e biglietti venduti.
Leggi il Rapporto Tutti i numeri del cinema italiano dati 2015