Il Comitato Media e Minori va avanti, con le stampelle

Una nuova testimonianza di Remigio del Grosso su cosa sta succedendo in questo organismo, recentemente ‘colpito’ dal licenziamento di alcune sue ‘operatrici’.

Finalmente, dopo un mesetto dalla decisione presa, ma che a quanto pare era nell'aria da tempo, l'Associazione che dal 2002 garantiva l'operatività del Comitato Media e Minori ha chiarito i motivi per i quali non intende più mantenere l'impegno a suo tempo sottoscritto.
Secondo le emittenti, nel momento in cui il codice è stato recepito dalla legge Gasparri e, successivamente, inserito nel Testo Unico della Radiotelevisione, la previsione di cui all'art. 6.5 del Codice di Autoregolamentazione è venuta meno e tutto l'onere economico, oltre a quello logistico, sarebbe dovuto passare in capo all'Istituzione che ospita il Comitato e cioè il Ministero dello Sviluppo Economico.

In verità, qualcuno - più anziano - ricorda che quando entrò in vigore la legge Gasparri del 2004, il presidente del Comitato di allora, l'autorevole e compianto Emilio Rossi, chiese un parere all'allora Capo di Gabinetto e al Capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero, che confermarono, scrivendo anche alle emittenti, che la Legge aveva rafforzato l'impegno di cui all'art. 6.5 e che, quindi, l'Associazione avrebbe dovuto continuare ad affiancarsi al supporto logistico del Ministero. Purtroppo soltanto lo stesso MiSE, se vuole, può svelare l'arcano.

La rappresentanza degli Utenti presente nel Comitato ha, comunque, fortemente contestato l'opportunità, se non la legalità, di aver cancellato unilateralmente una norma del Codice di Autoregolamentazione. Tuttavia, a mio avviso, è utile sottolineare che l'Associazione appositamente costituita tra le emittenti che avevano sottoscritto il Codice nel 2002, “con lo scopo di garantire il funzionamento sul piano operativo e finanziario del Comitato di applicazione”, negli ultimi anni ha perso qualche pezzo.

Dell'originaria composizione (Rai 42,5%, Mediaset 42,5%, TMC 5%, Areanti-Corallo 5% e FRT 5%), almeno un 10% dell'apporto dovrebbe essere venuto meno. La7, infatti, dopo il passaggio di proprietà, nonostante avesse “ereditato” il posto in seno al Comitato, non sembra abbia ritenuto di aderire all'Associazione. Dopo la costituzione di Confindustria Radio-Tv, poi, FRT si è dovuta sciogliere per confluire nel nuovo “cartello”.

Come si vede, forse la nuova “geografia” dell'emittenza italiana dovrebbe aver influito non poco sulla decisione dell'Associazione Tv-Minori di autoliquidarsi. Non a caso, con il beneplacito del Presidente del Comitato Media e Minori, il nuovo testo del Codice è in gestazione proprio presso Confindustria Radio-Tv e le associazione dei consumatori, degli utenti e dei telespettatori ancora se ne domandano il perchè.

Il Ministero, intanto, ha assicurato che metterà a disposizione del Comitato almeno altre due risorse, in sostituzione delle 4 licenziate dall'Associazione, che dovranno essere adeguatamente formate. Naturalmente niente più rimborsi per i membri che vengono da lontano e niente pubblicazioni o convegni (nemmeno per il tradizionale consuntivo di fine anno).
Il Comitato pertanto dovrebbe proseguire la sua attività, con le stampelle.

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