Il conflitto d’interessi preoccupa il Parlamento Europeo

Approvato a Strasburgo un documento in cui si sottolinea con preoccupazione la situazione italiana, dove gran parte dei media e del mercato della pubblicità appare controllato – in forme diverse – dalla stessa persona.

Il Parlamento Europeo ha richiamato l'Italia su alcuni importanti punti nella sua relazione annuale sui diritti umani nell'Unione Europea. Contro il documento si erano pronunciati il gruppo del Partito popolare europeo e i gruppi della destra; alla fine però a Strasburgo la relazione è stata approvata, sia pure con soli 5 voti di scarto: 274 sì contro 269 no e 14 astensioni.

Fra i punti di cui sopra, c'è quello del conflitto di interessi: il Parlamento europeo nel comma 39 bis del documento (spinto fortemente dal Pse) si dice "preoccupato per la situazione in Italia dove gran parte dei media e del mercato della pubblicità è controllato - in forme diverse - dalla stessa persona", oltre a ricordare che "una tale situazione potrebbe costituire una grave violazione dei diritti fondamentali a norma dell'articolo 7 del trattato Ue modificato dal trattato di Nizza".

Antonio Tajani per Forza Italia ha osservato come il documento abbia ottenuto solo una occasionale maggioranza risicata e come comunque non vi saranno "effetti legislativi, nè influenze di tipo politico". Elena Paciotti (Pse) ha invece sottolineato la validità del documento approvato, a maggior ragione per la decisione di tenere sott'occhio anche i "monopoli di fatto" nei media, con eventuale ricorso all'articolo 7 del Trattato di Nizza.

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