Il decreto-legge sulle concessioni

Alla fine il Governo ha approvato, alla fine della scorsa settimana, il preannunciato decreto-legge sulle concessioni radio-tv.

Le Televisioni locali dovranno dunque aspettare fino al prossimo 15 marzo per conoscere la loro sorte per ciò che riguarda le concessioni, poiché la Commissione (la stessa che ha approvato quelle nazionali, un vero pasticcio, come si ricorderà), come largamente previsto, non potrà rispettare il termine originario del 31 gennaio.

Non si tratterà però di concessioni simili alle precedenti bensì soprattutto di un "titolo peferenziale" per proseguire poi l'attività in digitale.

In questo modo si abbandona finalmente, di fatto, dopo mille resistenze di Vita e del Ministero, l'idea, irragionevole, di un piano delle frequenze analogico da applicare ex novo comunque (con mille complicazioni e proteste), prima di passare al digitale.

Non è chiaro invece se ci saranno o meno le famose (e famigerate) graduatorie delle emittenti, che tante proteste causarono qualche anno fa.

Il piano digitale per le Tv è previsto entro il 2002.

Intanto si autorizzerà la compra-vendita di impianti e si provvederà ai trasferimenti degli impianti considerati più pericolosi in termini di inquinamento elettromagnetico.

Per la radio, il piano analogico, che doveva essere emanato dall'Authority entro il 30 novembre scorso, viene abbandonato e subordinato a quello digitale, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre prossimo.

Complessivamente, pur fra molta confusione, un passo avanti verso la razionalità nel sempre complicatissimo processo di ristruttuazione dell'etere italiano.

Ma su tutto pesa l'incognita di un esame del decreto-legge da parte di un Parlamento a fine mandato, che dovrà comunque convertirlo in legge all'incirca entro metà marzo.

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