Il “decreto sulle interferenze” è finalmente uscito

Erano gli ultimi giorni del 2014 quando nella Legge di Stabilità si parlò di rilascio volontario delle frequenze per l’estero. Il 6 giugno scorso è stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il decreto legge, ma in una forma che rimanda sostanzialmente ancora di parecchio tempo la conclusione della vicenda.

Come è noto la (non) pianificazione dell’etere italiano ha causato da almeno 40 anni contenziosi con i Paesi circostanti. Ora arriva il momento in cui questo non deve più verificarsi, al punto che si spengono i ripetitori senza neanche valutare la reale situazione interferenziale. Slovenia, Croazia, Malta e Francia tireranno un sospiro di sollievo, così come Svizzera e San Marino, anch’essa alle prese con frequenze disturbate.

Rispetto alla bozza che avevamo ricevuto tre mesi fa ci sono alcune novità e altre conferme. Rimane l’esercizio della rottamazione regionale (invece che nelle sole province di confine), senza che sia chiarita da chi è partita questa volontà politica. Le frequenze recuperate dove non devono essere spente serviranno per compatibilizzazioni e spostamenti di operatori di rete locali. I soldi restano gli stessi e sono davvero pochi (secondo le stime da 0,18 a 0,22 euro per abitante).

Il decreto non indica date precise, demandandole a una successiva determina dirigenziale che non è ancora stata resa pubblica (si dice che verrà attesa la seconda omologa dell’affitto dei diritti d’uso di Tivuitalia a Canale Italia 2). Fatti due conti occorrerà almeno un mese per presentare le domande e almeno quindici giorni per ricavarne le graduatorie. Dopo di che occorrerà realizzare un masterplan di spegnimenti o di spostamenti (se le frequenze rilasciate non sono quelle per l’estero ma altre). Insomma, minimo altri due mesi e mezzo di deregulation. A fine agosto, forse, la vicenda potrebbe anche concludersi, ma solo dopo aver regalato un’altra estate di segnali interferiti ai Paesi circostanti.

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