Il sito Coolstreaming replica al nostro articolo sulle partite in pay-tv e via Web.
Dallo staff del sito Coolstreaming, da noi citato nell'articolo "Partite di calcio solo in Tv" di lunedì scorso, abbiamo ricevuto il seguente commento, un po' polemico:
«Il vostro articolo è fuorviante e assolutamente senza basi. La Cassazione non dice che linkare è reato ma provano a far valere un link come un'immissione in rete di opere protette in Italia. Ciò significherebbe che la maggior parte di siti andrebbero di fatto chiusi. Potete leggere il nostro comunicato stampa: su www.coolstreaming.us».
Ed ecco il comunicato stampa in questione, datato 16/10/2006:
«Lo staff di Coolstreaming prende atto della recente sentenza della Corte di Cassazione, emanata nella fase cautelare del procedimento penale, pur non condividendone le motivazioni. La "responsabilità da link" prefigurata dalla sentenza va, infatti, a nostro avviso, a pregiudicare la stessa libertà di manifestazione del pensiero su Internet, andando a colpire la libera circolazione delle informazioni on-line. Coolstreaming continuerà pertanto a sostenere le sue ragioni nelle sedi competenti al fine di vedere finalmente riconosciuta la propria innocenza».
E infine un commento un po' sconsolante:
«Le famose partite si continuano a vedere e si continueranno a vedere sempre, ormai anche senza il nostro aiuto. Coolstreaming difenderà sia in sede civile che penale eventuali abusi che venissero rilevati in rete».
Resta però il fatto, ci pare, che Sky non può accettare che in nome della libertà del Web si vanifichino i milionari investimenti effettuati sul calcio e lo stesso vale per Mediaset o La7 e che ci sia chi paga e chi non paga per lo stesso spettacolo. Tali somme sono poi ciò di cui vive, per buona parte, tutto il calcio italiano. Spinta all'estremo, tutta questa libertà porterebbe dunque alla fine del calcio italiano, oltre che della pay-tv stessa. E scusate se è poco...