“Televisione digitale terrestre e territorio: potenzialità e ipotesi di sviluppo”. Era questo il tema del convegno sulla DTT voluto dal Corecom della Sicilia. Ne è emerso un quadro un po’ contraddittorio…
Il suggestivo Palazzo degli Steri di Palermo (antica residenza della nobile famiglia Chiaromonte) ha ospitato il convegno "Televisione digitale terrestre e territorio: potenzialità e ipotesi di sviluppo", promosso dal CoReCom Sicilia, dall'ISIMM e dalla fondazione Ugo Bordoni (analoghe iniziative si sono svolte, sempre per iniziativa dei Corecom, anche nel Lazio e in Campania, come abbiamo visto anche la scorsa settimana).
Nell'isola si era già molto parlato del futuro digitale e questa manifestazione, la seconda organizzata dal CoReCom in meno di un anno, è servita ad approfondire alcuni punti importanti. Tanti e prestigiosi i relatori, anche se forse è stato un po' noioso sentire "i soliti discorsi"; ma fondamentalmente il convegno serviva al Ministero, al CoReCom e anche ad associazioni come FRT e Aeranti-Corallo a ribadire con forza alcuni concetti agli editori. Soprattutto uno: "Il 2006 si avvicina!".
Molto interessante è stato scoprire che alcune reti locali hanno già iniziato la sperimentazione e che altre la inizieranno tra poche settimane: "la Sicilia è in fermento!". Bisogna però sottolineare che si tratta nella maggior parte dei casi di una sperimentazione "relativa", perché fatta di notte e senza utenza, una semplice prova tecnica di trasmissione. Così l'occasione per vedere presentazioni innovative di fornitori di contenuti e servizi nell'ambito locale verrà solo nel prossimo futuro.
Una nota negativa è poi il sospetto che la DTT, a livello della piccola emittenza locale della Trinacria, sia rimasta più che altro una "bella idea di cui parlare". Sembra infatti ormai chiara l'incapacità o la non volontà di formare consorzi per sostenere questo costoso rinnovamento tecnologico: chi ha una frequenza (anche piccolissima) vuole diventare operatore di rete, in modo da non "limitare lo sviluppo della propria azienda".
Due i possibili (opposti) scenari per il futuro: "le piccole" in difficoltà, a rischio di chiusura e magari alla ricerca di un "bouquet" in cui inserirsi tardivamente o, nella migliore delle ipotesi, grande dimostrazione di forza dell'emittenza siciliana, in grado di utilizzare tutte le sue potenzialità, con tanti canali digitali disponibili per nuove idee e nessuna frequenza "ridimensionata".
Vedremo a quale di questi due punti di approdo estremi si avvicinerà di più il futuro assetto dell'emittenza locale della Sicilia. Ma è chiaro fin d'ora che difficilmente il 2006 potrà essere l'anno del "passaggio radicale" da analogico a digitale, perché se gli editori saranno pronti, forse non lo saranno gli utenti (e conseguentemente i clienti pubblicitari). È probabile che per un po' di tempo ancora l'analogico "resisterà" (Giacomo Scuderi).