Il direttore censura i gay e… viene censurato

L’emittenza toscana, a poche ore dalla notizia dell’arresto di Nedo Settimelli (poi revocato), è di nuovo al centro dell’attenzione. Questa volta a far scoppiare lo scandalo è stato Daniele Vanni di DìLucca…

Durante l'edizione del tg di lunedì scorso il direttore di DìLucca, a chiusura del programma e dopo aver dato una notizia sul concorso di Miss Italia, ha parlato di un concorso "di altro tipo", e cioè di Miss Trans Italia, che si era svolto il sabato precedente. Ma dopo avervi fatto cenno, invece di lanciare il servizio ha rifiutato di mandare in onda le immagini sul concorso. "Mi rifiuto di passare le immagini - ha detto Vanni - , pur avendole, così come abbiamo fatto per Mister Gay Italia. Se è considerato ingiusto tenere in casa i diversi, fare i Gay Pride o organizzare dei concorsi di bellezza mi sembra eccessivo".
L'affondo poi nei confronti della comunità gay di Torre del Lago che secondo il conduttore "da questo punto di vista, sta diventando un problema di ordine pubblico. Ma forse non ce ne accorgiamo".

Inevitabile una sollevazione della comunità gay e lesbica non solo locale ma nazionale che ha fatto rimbalzare le esternazioni di Vanni sul sito gay.it (ma la "performance" del conduttore toscano è visibile anche su youtube).

Poi però la proprietà dell'emittente e la redazione del tg hanno replicato con una nota ufficiale. "Le posizioni espresse dal signor Vanni lunedì sera - ha detto il conduttore del Tg, che esprimeva stavolta posizioni condivise - in merito a Miss Italia Trans e Mister Gay Italia è totalmente estranea alla linea editoriale di questa emittente che ha sempre rispettato qualsiasi posizione di natura politica, religiosa e sessuale. La proprietà di questa emittente all'unanimità ha deciso di chiedere al signor Vanni di esprimere le sue scuse pubbliche e contemporaneamente chiede le immediate dimissioni dal suo incarico, ritenendo intollerabile, nella forma e nei contenuti, i giudizi espressi in riferimento alle manifestazioni sopra citate. La redazione e tutti i dipendenti si dissociano dal signor Vanni e si scusano se è stato arrecato danno ad una comunità che tanto fa per combattere i pregiudizi".

A poche ore dalla nota le scuse pubbliche di Vanni. "Ho sbagliato e ho chiesto scusa alla comunità omosessuale della Versilia. Sono stato messo alla gogna - ha sottolineato Vanni in una nota scritta insieme a Gaylib Toscana - con un'accusa pesante, rischio di perdere il posto di lavoro e a livello personale sono davvero abbattuto. Mi ferisce tanta acredine perchè una battuta è stata scambiata per un'affermazione. Ribadisco che l'ostentazione, sia Miss Italia o Mister Gay, non mi piace, ma di qui a tacciarmi di omofobo ce ne corre. Di fatto però sono stato sospeso per tre giorni dal mio lavoro per cui, pur volendo rimediare nel Tg di mercoledì sera, non ho potuto andare in onda".

Il direttore (o ex?) si è premurato di inviare dei fiori a Regina Priscilla, vincitrice di Miss Italia Trans, con la quale ha deciso di organizzare un programma settimanale per trattare i vari argomenti relativi alle tematiche omosessuali e transessuali.

Sempre in Toscana, Nedo Settimelli, fino a poco tempo fa amministratore di Arezzo Tv, è stato arrestato dai carabinieri e incarcerato a Firenze con l'accusa di pedofilia. Settimelli sarebbe stato colto in flagranza di reato con un minore, un ragazzo di 14 anni, ma, secondo quanto scrivono i giornali locali della Toscana, il pm Elisabetta Iannelli aveva aperto l'inchiesta su Settimelli circa un mese fa.
L'inchiesta sarebbe nata dalla denuncia dei genitori di un altro ragazzo che sarebbe stato molestato dal giornalista. Entro pochi giorni il gip dovrà decidere se convalidare o meno l'arresto.
Dalla fine degli anni Settanta Settimelli è stato volto e voce nota di tutte le antenne aretine come Teleonda, Tva, Reporter
Tv e Arezzo Tv.

Settimelli si è difeso dichiarando che si tratta di un equivoco: “Volevo solo organizzare una festa per giovani musicisti”.

A nemmeno 72 ore dall'arresto, però, il Gip Anna Maria Lo Prete ha disposto la liberazione di Settimelli; a suo dire, “non ci sono gli elementi per contestare i fatti”, cioè non ci sono fatti che giuridicamente configurino il reato. Una decisione clamorosa e inattesa.

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