Il diritto all’informazione non concede sempre di ritrasmettere immagini relative a persone protagoniste di fatti accaduti molti anni prima. Lo ha stabilito il Garante della privacy in riferimento a un caso specifico…
Durante una puntata di "Un giorno in pretura" (RaiTre) sono state mandate in onda immagini che riprendevano una donna e la sua reazione emotiva alla condanna per omicidio volontario del compagno. I fatti riportati accadevano però 16 anni fa.
A 16 anni di distanza la signora in questione si è ricostruita una nuova vita e ha visto nella diffusione di quelle immagini una lesione della propria dignità e reputazione. Fatto ricorso al Garante per la protezione dei dati personali, la donna si è vista riconoscere il diritto alla privacy.
In particolare, nel suo provvedimento, l'Autorità ha richiamato per l'interessata il cosiddetto "diritto all'oblio" e le ha riconosciuto una tutela legale a questo proposito, ovvero la possibilità di pretendere di non essere più ricordata pubblicamente, a distanza di molti anni, per quell'episodio della sua vita.
Secondo la decisione del Garante per la protezione dei dati personali, riproporre oggi quel filmato finisce per incidere su relazioni e vicende personali che a distanza di 16 anni possono essere completamente diverse; questo si verificherebbe soprattutto se, come in questo caso specifico, si tratta di persone non protagoniste principali dei fatti.
Quindi riproporre sequenze televisive (ma anche immagini o filmati su Internet o fotografie sui giornali) di tanti anni addietro può comportare una violazione della privacy delle persone inquadrate e come tale legittima l'intervento del Garante per la protezione dei dati personali.