Dietro il successo di ‘XFactor’ ci sono una vera professionalità e un lavoro imponente. Sono fattori che hanno saputo trasformare il “solito talent” in un “caso” di cui parlare. La serata finale si è trasformata in uno show bello, divertente e in grado di regalare emozioni al pubblico.
Il vero vincitore di 'XFactor 2013' è Luca Tomassini, il direttore artistico che cura il talent da alcuni anni ma che per l'edizione 2013 ha deciso di lasciare gli altri impegni e di dedicarsi completamente alla costruzione del programma di Sky. Ma questa è anche la vittoria di Sky Uno che, preso da RaiDue un talent ormai in fase calante, triste e un po' spento, ne ha fatto un programma sparso su più piattaforme e ha creato il grande evento dell'ultima serata a Milano, la scorsa settimana.
È bene chiarire che non si può paragonare il palinsesto di una Tv generalista con quello di un canale satellitare. I pubblici sono diversi - e le risorse anche, pare - ma in questo caso si parla di un programma che la rete pubblica non ha saputo valorizzare e a fare la differenza sono state allora le professionalità, le forze messe in campo e le idee che ultimamente sembrano mancare in Rai. Sky, pur lavorando su un format, cosa che di per sé non lascerebbe piena libertà, ha saputo fare di un talent un evento ed ha costruito il grande spettacolo live dell'ultima serata, vissuto personalmente da 8.000 persone al Forum di Assago e goduto anche degli spettatori della Tv in chiaro, grazie alla decisione di trasmettere la serata finale in diretta anche su Cielo.
Uno spettacolo studiato fin nei minimi dettagli, che lascerà il segno nel mondo dei talent musicali e che sdogana un nuovo modo di fare Tv; una Tv che ha accolto la sfida della multimedialità, di una qualità non più fine a se stessa ma pienamente integrata con i social network e aperta al pubblico, che nella serata finale ha fatto parte dello spettacolo stesso.
Partiamo dai numeri.
Sono molti i fattori che hanno contribuito a fare di questo programma un successo di cui tutti, anche chi non è abbonato a Sky, hanno parlato. Nella serata della finale il talent è stato seguito da 2 milioni di spettatori medi, pari all'8,8% di share su Sky Uno (123mila spettatori) e Cielo (876 mila spettatori).
Per la serata finale sono stati espressi oltre 5,3 milioni di voti, che nell'intero programma sono stati circa 20 milioni. Rispetto al 2012 le principali interazioni (anche quest'anno questa parte è stata curata da ZodiakActive, partner tecnologico di Sky) hanno subito un incremento medio di circa il 200%. I download dell'app di XFactor sono arrivati a 755 mila.
Il sito ufficiale del programma ha registrato oltre 7,6 milioni di videoview, con 20,3 milioni di pagine viste. Su Twitter XFactor è stato il programma più twittato della stagione con oltre 2 milioni di tweet di conversazioni globali, 447 mila dei quali nella serata finale. Lo sforzo verso la multipiattaforma è stato incrementato nel 2013 e all'offerta dei contenuti dello scorso anno composta da news, foto, video, trivial, applausometro e televoto, una app per iOS e Android, sono state aggiunte una serie di features second-screen. Tra le novità, il Backstage pass nella sezione Live con le immagini in streaming di quello che accadeva dietro le quinte in esclusiva su smartphone o tablet, grazie ad un sistema di riconoscimento audio del segnale Tv integrato nell'app mobile.
Anche per il sistema di voto si è optato sulla multipiattaforma, tramite app mobile, sms, facebook, twitter, sito o decoder Sky. Con mobile app e sulla pagina Facebook di XFactor e SkyUno il pubblico ha potuto giocare, con quiz sulle precedenti edizioni del programma. Giocando votando o facendo sentire il proprio supporto con l'Applausometro lo spettatore guadagnava punteggio e poteva vincere ogni settimana biglietti per la serata finale. Il gioco, inoltre, proseguiva anche durante la pubblicità con un nuovo quiz, il Berak Trivia. Per tutti gli spettatori davanti alla Tv durante i break pubblicitari compariva una domanda sull'app mobile che, in caso di risposta esatta, permetteva di vincere biglietti per la serata finale.
Per il cast, la prima mossa riuscita è stata la scelta di Mika, che ha sostituito Arisa nella giuria. Il cantante libanese, anche se non sempre ha saputo cogliere e sfruttare al meglio le peculiarità dei suoi concorrenti, ha conquistato il pubblico per la sua competenza e la capacità di esprimere le proprie critiche in modo garbato ed elegante. Dalla sua anche un italiano non perfetto, con qualche strafalcione che lo ha reso ancora più simpatico, una certa complicità e l'empatia che si è creata con Morgan. Complicità che ha portato nella serata finale ad un piccolo show dei due cantanti, nel quale si sono sfidati ognuno con una propria canzone, per chiudere insieme. Rumors danno il cantante di “Relax, Take it easy” in partenza per Parigi dove sarà all'edizione francese di “The voice”, talent concorrente di XFactor e al quale RaiDue sta lavorando.
Il talent Rai tornerà dopo Sanremo e RaiDue dovrà darsi un gran da fare per raggiungere il livello di XFactor; per ora la risposta è il cantante rap J-Ax al posto di Riccardo Cocciante, che uscirà dalla giuria, mentre resteranno Raffaella Carrà, Noemi e Piero Pelù.
Tornando invece al nostro XFactor non ha tradito neppure Morgan che, per quanto personaggio discusso, ha dimostrato la sua competenza, capacità musicale e anche intelligenza. A questo si aggiunge una buona presenza scenica unità alla spontaneità che lo caratterizza.
Le personalità di Mika e Morgan hanno pesato sugli altri due giudici, che non sono stati all'altezza dello spettacolo. Mi ha un po' deluso Elio, che sembra aver perso buona parte della sua verve, dell'ironia e della voglia di “giocare” delle edizioni passate. Pur restando camaleontico nei travestimenti, è apparso ripetitivo e sempre apparentemente molto frenato nei giudizi, probabilmente “oscurato” dalla presenza di Mika (altra rivelazione, oltre al vincitore Michele). Tra tutti questi personaggi Simona Ventura è rimasta ancora più schiacciata e ha pagato il fatto di non essere una “tecnica”. Tiuttavia è comunque riuscita a portare al secondo posto il suo gruppo, gli Ape Escape.
Alla guida del programma Alessandro Cattelan, un volto giovane che ha saputo gestire la trasmissione in tutta la sua complessità. Cattelan è l'esempio che la giovane età anagrafica non significa inesperienza. Sempre a suo agio, a parte alcuni momenti in cui il programma ha subito qualche rallentamento, preparato, parla un perfetto inglese, che gli ha permesso di gestire con tranquillità la presentazione e il piccolo sketch scattato con gli One Direction, e ha gestito con professionale spontaneità la serata.
Ma il tocco decisivo è stato quello della direzione artistica di Luca Tomassini. Per l'evento finale ha scelto come teatro il Forum di Assago, dove è stato allestito un palco di 800 mq,, di cui 108 di pavimento al led, mentre per le riprese sono state usate 17 telecamere, con un palco che con la passerella a forma di X si protendeva sul pubblico, permettendo agli artisti di avere il loro “bagno di folla”. Con la sua direzione artistica Tomassini ha portato alcune idee che hanno dato un tocco di originalità al programma. Non accontentandosi di fare duettare i concorrenti con delle celebrity della musica pop, ha saputo dare alla serata finale un'impronta di internazionalità, potendo contare su scenografie imponenti e ben costruite.
L'apertura di serata è stata dedicata a Nelson Mandela e ha visto i quattro big (Luca Mengoni, Giorgia, Elisa e Mario Biondi) cantare “The man in the mirror” di Michael Jackson in una versione molto particolare, con i suonatori di tamburo a fare da sfondo e da scenografia allo stesso tempo. I ballerini vestiti con i colori del Sud Africa e le immagini di Mandela sullo sfondo, con le voci dei quattro cantanti, hanno contribuito a dare ancora più forza allo spettacolo.
Le canzoni di Giorgia, Elisa e degli ospiti internazionali, gli One Direction, hanno dato alla finale quelle caratteristiche di evento musicale che un semplice talent, per quanto possano essere bravi i concorrenti, non può dare.
Alcuni critici hanno voluto vedere in XFactor il “nuovo Sanremo” ma si tratta di una forzatura e, probabilmente, della solita provocazione. Nel primo caso si parla di un programma per una Tv satellitare con un pubblico giovane, nel secondo di un programma nazional-popolare per la Tv pubblica, che ha un'audience più anziana. Ma resta comunque la lezione di XFactor il cui successo è stato liquidato da qualche dirigente Rai con il fatto che a Sky “hanno i soldi”. In una Tv pubblica è difficile giustificare un cachet (probabilmente milionario) per avere gli One Direction o la star del momento ma ciò non toglie che le buone idee - come quella di creare uno show nello show con la canzone di apertura dedicata a Mandela - , la professionalità, un lancio ben costruito (magari lasciando da parte polemiche e liti) e l'uso dei new media, possono contribuire a creare un programma di successo, che si tratti del “vecchio” Sanremo o di un più giovane talent.