Ecco di cosa si è discusso a Tunisi in occasione del 3° Forum Mondiale dei Media Liberi.
Ha chiuso i battenti qualche giorno fa con una grande manifestazione di piazza l'11a edizione del Forum Sociale Mondiale, tenutasi per la prima volta - dalla sua nascita nel 2001 - in Maghreb, precisamente a Tunisi.
E si è aperto all'insegna del “diritto alla comunicazione per tutti” il parallelo 3° Forum Mondiale dei Media Liberi, tenutosi sempre a Tunisi, a cui hanno preso parte il COSPE, AMARC (Associatione Mondiale des Radios Communitaires), STRL (Syndicat Tunisien des Radios Libres), Il Portale della società civile di Maghreb - Machrek E-joussour, FMAS (il Forum des Alternatives Maroc), l'Associazione di Radio comunitarie in Senegal, l'Istituto PanAfricano dell'Est, Flamme d'Afrique, Ciranda, Intervozes, Ritimo, IPS, la Fondazione Rosa Luxembourg. Oltre ad associazioni come Indymedia, Reporter Senza Frontiere, Organizzazione Marocchina diritti Umani, ecc.
Il Forum dei Media liberi, tenutosi per la prima volta nel 2011 in Brasile, ha come obiettivo quello di interrogarsi e confrontarsi sullo stato della libertà d'espressione nel mondo e di creare insieme dei modelli alternativi per una comunicazione più responsabile.
Nelle sessioni plenarie, che hanno visto a confronto le realtà radiofoniche presenti, in particolare quelle dell'Africa, sono stati delineati i temi più caldi di questa edizione: la comunicazione come un bene comune, il diritto all'informazione, il bisogno di approvare legislazioni nazionali che sostengano i media alternativi e il bisogno di creare un movimento globale per una comunicazione libera, in modo da non lasciare isolate le realtà locali.
I primi interventi dei partecipanti hanno messo in luce alcune delle difficoltà ch devono affrontare i media comunitari anche nella nostra realtà: carenza di fondi e di una preparazione professionale adeguata; censura e soprattutto autocensura dei giornalisti che lavorano in Paesi in cui non c'è una piena libertà d'espressione; difficoltà ad essere seguiti nel confronto con le grandi Radio. Particolarmente interessante, tra gli interventi, quello di Kawla, una delle giovani animatrici di Radio 3R (Radio Regueb Rivoluzione), che ha aperto uno sguardo su una realtà importante, di Sidi Bouzid in Tunisia, nata solo lo scorso gennaio.
Radio 3R è nata grazie all'iniziativa del COSPE e dell'Agenzia AMISnet in partenariato con l'Association Liberté et Développement come mezzo di informazione ma anche strumento di inclusione sociale, mobilitazione e sostegno alla cittadinanza attiva nella regione rurale di Regueb, epicentro della Rivoluzione di due anni fa. Dopo una prima fase sperimentale sul web, oggi la Radio conta su molti giovani collaboratori; è schierata attivamente per la libertà d'espressione e il pluralismo dei media tunisini e per la realizzazione di una strategia nazionale, insieme al Sindacato Tunisino delle Radio Libere, che porti all'attivazione di un organismo indipendente competente per la concessione di frequenze (HAICA). È un organismo che finalmente regolamenterebbe la concessione delle frequenze e permetterebbe una maggiore diffusione delle tante stazioni locali nate sulla scia del movimento rivoluzionario del 2011.
Ci sono state poi le testimonianze e le esperienze delle Radio provenienti dagli altri Paesi arabi, dall'Algeria al Bahrein, passando per Egitto, Palestina, Giordania, Yemen, Libia, alcune delle quali potrebbero entrare in un progetto di collaborazione con Radio 3R.