Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del Ministro per lo sport con delega all’Editoria Luca Lotti, ha approvato venerdì 24 marzo un decreto legislativo che ridefinisce la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, nell’ambito della riforma dell’editoria.
Il Consiglio dei ministri ha altresì approvato, in esame preliminare, dopo una lunghissima fase di attesa, un regolamento nell’ambito della Legge di Stabilità 2016 (emanata nel dicembre 2015!) che prevede una riforma della disciplina relativa ai contributi pubblici a sostegno delle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale, anche attraverso la costituzione di un Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
Il provvedimento dovrà ora essere esaminato dal Consiglio di Stato e dalle Commissioni parlamentari competenti, per l’espressione, entro 30 giorni, dei relativi pareri. Quindi, il provvedimento tornerà al Consiglio dei Ministri per l’esame definitivo e dovrà essere emanato con Decreto del Presidente della Repubblica, registrato dalla Corte dei Conti e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. “Auspicabilmente - ha detto Marco Rossignoli di Aeranti-Corallo, che pure ha espresso soddisfazione per il varo del decreto - l’emanazione dovrebbe avvenire entro il corrente anno”.
“Il provvedimento - spiega Palazzo Chigi nel comunicato ufficiale - stabilisce i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse in favore delle emittenti radiofoniche e televisive locali per la realizzazione di obiettivi di pubblico interesse, quali la promozione del pluralismo dell’informazione, il sostegno dell’occupazione nel settore, il miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti e l’incentivazione dell’uso di tecnologie innovative.
Si intendono introdurre, pertanto, nuovi criteri di riparto dei benefici economici volti, da un lato, a superare le criticità emerse dall’attuazione della normativa previgente che non differenziava l’attribuzione dei contributi in base a criteri di merito, determinando una eccessiva parcellizzazione del beneficio economico, e dall’altro, a premiare i soggetti che investono nell’attività editoriale di qualità, anche mediante l’impiego di dipendenti e giornalisti qualificati e l’utilizzo di tecnologie innovative, anche al fine di scoraggiare le mera occupazione di spazio frequenziale”.
Il decreto mira “alla razionalizzazione delle procedure, mediante la previsione di una graduatoria unica a livello nazionale, l’individuazione nel Ministero dello sviluppo economico dell’amministrazione responsabile della graduatoria finale e l’introduzione di altre semplificazioni, quali la dematerializzazione dei documenti e dell’informatizzazione dell’iter procedurale. Sono definiti i criteri percentuali di ripartizione annua delle risorse finanziarie disponibili nella misura dell’85 per cento per i contributi spettanti alle emittenti televisive operanti in ambito locale e del 15 per cento per quelli spettanti alle emittenti radiofoniche operanti sempre in ambito locale”.
Ma veniamo ai ‘requisiti’ per entrare in graduatoria e conseguire i punteggi e alle modalità di erogazione dei contributi:
“Le emittenti televisive locali, per poter accedere al sostegno, devono possedere requisiti in termini di numero di dipendenti e giornalisti a tempo determinato ed indeterminato effettivamente applicati all’attività, di rispetto del limite percentuale di trasmissione di programmi di televendite nella fascia oraria tra le 7 le 23, di adesione al Codice di autoregolamentazione in materia di televendite e al Codice di autoregolamentazione sulla tutela dei minori in Tv, nonché trasmettere almeno due edizioni giornaliere di telegiornali con valenza locale.
Per le emittenti radiofoniche locali, i requisiti richiesti riguardano solo il numero minimo di dipendenti a tempo determinato e indeterminato, pari a due, ed il numero di giornalisti, almeno uno”.
Altri particolari:
“Tra i criteri di valutazione delle domande ai fini del calcolo dei contributi si prevede che sia riconosciuta dal secondo anno di applicazione del regolamento una maggiorazione del 10 per cento del punteggio individuale conseguito alle sole emittenti che dimostrano un incremento del numero complessivo dei dipendenti di almeno una unità rispetto all’anno precedente; una maggiorazione del 15 per cento del punteggio individuale conseguito alle emittenti ammesse a contributo è inoltre riconosciuta a quelle che abbiano marchi autorizzati ad operare esclusivamente in una delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, in quanto rientranti nell’obiettivo convergenza nell’ambito delle politica di coesione dell’Unione Europea.
Non sono invece ammessi ai benefici coloro che abbiano reso dichiarazioni mendaci negli ultimi due anni nell’ambito di precedenti procedure di concessione del medesimo contributo”.
Ma vediamo alcuni particolari importanti sui requisiti per ottenere i contributi, come evidenziato da ‘TeleRadiofax’ di Aeranti-Corallo:
“Le emittenti televisive locali, per poter accedere al sostegno, devono possedere requisiti in termini di numero di dipendenti e giornalisti a tempo determinato ed indeterminato effettivamente applicati all’attività: almeno 18 dipendenti, di cui almeno 5 giornalisti per un territorio con più di 4,5 milioni di abitanti; almeno 16 dipendenti di cui almeno 4 giornalisti per un territorio tra 1,5 e 4,5 milioni di abitanti; almeno 12 dipendenti, di cui almeno 3 giornalisti, per un territorio tra 500mila e 1,5 milioni di abitanti; almeno 8 dipendenti, di cui almeno 2 giornalisti per un territorio fino a 500mila abitanti”.
Circa le percentuali massime riservate alle televendite, valgono “per ogni marchio e palinsesto per i quali le emittenti presentano la domanda” e vanno applicate “all’anno solare precedente, nelle fasce orarie tra le 7 e le 23”. Ancora: “Tale limite viene fissato al 40 per cento relativamente ai primi due anni di applicazione del regolamento; al 30 per cento relativamente al terzo anno e al 20 per cento a partire dal quarto anno di applicazione”.
Ancora specifiche per i punteggi:
“I punteggi vengono assegnati alle emittenti in possesso dei citati requisiti, sulla base dei criteri (che seguono).
Per il settore Tv, per la regione e il marchio/palinsesto oggetto della domanda, numero medio dei dipendenti e numero medio dei giornalisti applicati all’attività di FSMA occupati nel biennio precedente; indici di ascolto Auditel relativi all’anno solare precedente alla presentazione della domanda; totale dei costi sostenuti nell’anno precedente per spese in tecnologie innovative ritenute ammissibili sulla base di fatture quietanzate.
Per il settore radio, i requisiti sono gli stessi, tranne gli indici di ascolto, che sono sostituiti (in attesa della piena operatività di un eventuale sistema di rilevazione degli ascolti), dal totale dei ricavi pubblicitari”.
Chiudiamo con alcuni interessanti commenti. Vediamo quello del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli:
“Quello approvato dal Consiglio dei ministri è senza dubbio un regolamento molto innovativo e più selettivo rispetto al passato. Con il vaglio dei criteri di ammissibilità si supera l’erogazione a pioggia dei contributi, si prevede un processo di erogazione delle risorse più semplice e veloce che eviti le attuali distorsioni e penalizzazioni, si introducono tre requisiti volti a selezionare realtà di qualità che operano nel campo dell’emittenza locale come il numero dei giornalisti e dei dipendenti, l’Auditel e l’innovazione tecnologica.
Ora si apre una fase di confronto che precede la definitiva approvazione del regolamento in cui si valuterà se il livello della proposta dei criteri di ammissione sia sufficiente a raccogliere le obiezioni finora sollevate dalla Corte dei conti e se per questa via si difenda con chiarezza il pluralismo dell’informazione con un sostegno alle realtà locali che realmente informano e innovano”.
Infine, ancora Marco Rossignoli:
“È molto importante che il nuovo Regolamento venga approvato al più presto in via definitiva, al fine di permettere alle emittenti locali di ricevere risorse decisive per la propria attività nell’attuale situazione di crisi che sta attraversando il settore; il tutto salvaguardando il pluralismo e la concorrenza nel comparto”.