Che cosa caratterizza i media multiculturali e li differenza dagli altri mediaO Ma soprattutto come possono collaborare tra di loro ed arrichire la reciproca proposta informativaO Ne hanno parlato alcuni esperti durante il primo Meeting dei Media Multiculturali di Parigi.
Nello scorso ottobre si è tenuto a Parigi il primo Meeting Europeo dei Media Multiculturali, realizzato nell'ambito del progetto europeo Mediam'rad - media, pluralismo, 'ponti da costruire'. Per l'Italia era presente una delegazione di 14 persone tra promotori di iniziative mediatiche multiculturali, esperti di questo settore e esponenti di media italiani, come Radio Popolare.
Durante i lavori si è partiti dalla questione relativa alla definizione stessa di media multiculturali, dal momento che essa ha differenti accezioni all'interno degli stessi Paesi europei. In linea di massima, i principi base per la definizione di media multiculturali sono: la composizione della redazione, il ruolo che le persone di origine straniera hanno all'interno di questi media e la loro volontà di offrire un punto di vista diverso riguardo all'informazione sull'immigrazione dai Paesi d'origine.
I problemi maggiori di questi media sono: la sostenibilità economica, la necessità di strumenti di indagine e di mercato sugli utenti e la difficoltà di riconoscimento professionale per chi vi opera: l'attività giornalistica è spesso basata sul volontariato e il rischio è che gli interessi economici di questi media finiscano sotto il controllo delle etnie maggioritarie.
I punti di forza sono invece la maggior vicinanza ai lettori o ascoltatori, l'offerta di punti di vista originali e di maggior approfondimento sui temi dell'immigrazione, le informazioni di servizio non date dagli altri media, il punto possibile di collegamento tra Paese d'origine e Paese d'adozione.
In relazione al problema del reperimento delle risorse pubblicitarie è significativo il caso di New America Media, società promossa da un gruppo di editori e giornalisti immigrati che raggruppa ben 600 testate etniche, offrendo servizi di raccolta pubblicitaria, scambio di format e di prodotti e 'visibilità'.
Un altro importante punto di discussione è stato quello della formazione professionale degli operatori dei media multiculturali, che sono prevalentemente basati sul lavoro stesso: i volontari sono spesso carenti o del tutto privi di una formazione professionale giornalistica.
A questo proposito durante l'incontro sono state proposte idee come la collaborazione fra media di diversi Paesi che si rivolgono allo stesso target oppure la decisione di promuovere una "Giornata Europea dei Media Multiculturali" con le redazioni a porte aperte e lo "scambio" di professionisti con i media "classici" (che a loro volta nei media multiculturali potrebbero trovare dei partners ideali, in grado di fornire informazioni e contatti che altrimenti non sarebbero in grado di avere).
Un ultimo argomento affrontato è stato quello delle quote riservate a giornalisti e al resto del personale di origine straniera nei media e la loro applicazione nei diversi Paesi. In genere, queste iniziative nascono nei media "mainstream" (ovvero quelli che non hanno una connotazione multiculturale, pubblici o privati che siano) semplicemente per catturare quote di audience e non per motivi di solidarietà, come nel caso della BBC o della tedesca WDR.
In Francia questo argomento è invece in un certo senso "tabù", dal momento che culturalmente viene negata la diversità tra i cittadini francesi, anche se di origine straniera.