Ecco i volti dei nuovi direttori delle reti in chiaro del gruppo capitanato da Piersilvio Berlusconi. A coordinarli è Marco Paolini, che tiene a fare le sue puntualizzazioni…

Come abbiamo informato nei giorni scorsi, è stato varato di recente un nuovo assetto organizzativo delle reti gratuite Mediaset alle dirette dipendenze di Marco Paolini, Direttore Generale Palinsesto e Distribuzione del gruppo.
In questo quadro, la direzione di Italia 1 è stata affidata a Laura Casarotto, prima responsabile Marketing Tv Mediaset. Ed è la prima volta che una professionista donna viene nominata al vertice di una rete generalista italiana.
L'incarico di direttore di Retequattro è stato invece assegnato a Sebastiano Lombardi, in precedenza direttore Marketing Informazione Mediaset.
Infine, tutti i canali tematici gratuiti sono stati riuniti sotto la responsabilità di Marco Costa, già vicedirettore di Canale 5.
Nella foto di questa pagina vi presentiamo anche i volti dei nuovi direttori (da sinistra a destra, Sebastiano Lombardi, Laura Casarotto e Marco Costa, mentre il secondo da sinistra è Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5, che ha conservato il suo incarico).
Ma di fatto c'è proprio un nuovo assetto dirigenziale complessivo delle reti Mediaset ed è interessante capire quanto sia diventata centrale la figura di Marco Paolini, che è capo dei palinsesti e coordinatore dei direttori di rete e risponde direttamente a Piersilvio Berlusconi.
Lo ha sentito direttamente Antonio Dipollina per 'Repubblica':
«A Mediaset nel ramo Tv… sale più alta la posizione e qualifica di Marco Paolini, 56 anni, esperienze in Spagna…
I tempi un po' così, al netto delle crisi di tutti, significano l'autunno difficilissimo delle reti Mediaset al turno serale (morale migliorato di recente con la netta vittoria al sabato sera del varietà simil-corridesco 'Tu si que vales' ai danni del 'Ballando' di RaiUno): in un anno il risicatissimo aumento complessivo, più 0,1% nelle 24 ore, è (invece) tutto merito del resto della giornata («Comunque in controtendenza rispetto alla Rai, sulle 24 ore»).
Paolini ha ovviamente una spiegazione per tutto: “Il calo pubblicitario in autunno l'avevamo previsto, eccome, quindi abbiamo fatto slittare in primavera il grosso della programmazione top”.
Bene, fermo restando che dentro ci sono il debutto Mediaset dell''Isola dei famosi', a gennaio, o il ritorno di 'C'è posta per te', e cose così.
Ma servirebbe capire cosa sta succedendo davvero, visto che tutti sembrano piuttosto sereni, non ci sono vere rivoluzioni annunciate e anche il presunto sbarco di Sky nella Tv in chiaro viene giudicato impresa aleatoria.
Dice Paolini: “Un conto è fare una Tv di pochi eventi al mese, un altro è averne abbastanza da riempire una programmazione in chiaro: Sky al momento non ne ha a sufficienza e secondo me non è nemmeno interessata al discorso”.
E quindi il nemico, l'avversario oggi chi è? “Siamo noi stessi nell'esigenza di cambiare. È una Rai che grazie al canone può permettersi di tutto e nessuno che dia degli indirizzi futuri su quale dev'essere la missione dell'azienda pubblica. Sono colossi come Murdoch e anche Discovery, più grandi di noi e quindi potenzialmente imbattibili se c'è da far guerra. Sono gruppi alla Bertelsmann, i tedeschi, il giorno in cui dovessero decidere di sbarcare sul nostro terreno, è Google sul discorso pubblicitario e sulle tasse non pagate in Italia. Abbiamo bisogno di tutto, insomma, fuorché di avversari”».
Peraltro Paolini 'tiene le posizioni' sugli ascolti cui tiene di più: «Voi giornalisti ridete quando ricordiamo gli ascolti sul pubblico attivo, fascia di età 15-64 anni, ma per noi è vitale: e su quel pubblico stravinciamo».