Il paese dei paradossi

Editoriale giugno 2013 –

Benvenuti nel Paese delle meraviglie!” – diceva Maurizio Crozza introducendo il suo bellissimo programma del venerdì su La7, un modo per ridere di gusto dei tanti vizi italiani. Ma oltre che un Paese delle meraviglie, questo può anche essere considerato un Paese dei paradossi. Ce ne sono tantissimi e ultimamente stanno aumentando a dismisura. Vogliamo provare a stendere un piccolo elenco, prima a livello politico generale, poi in specifico nel nostro settore? Il più grande di tutti è quello del…

Benvenuti nel Paese delle meraviglie!” - diceva Maurizio Crozza introducendo il suo bellissimo programma del venerdì su La7, un modo per ridere di gusto dei tanti vizi italiani. Ma oltre che un Paese delle meraviglie, questo può anche essere considerato un Paese dei paradossi. Ce ne sono tantissimi e ultimamente stanno aumentando a dismisura. Vogliamo provare a stendere un piccolo elenco, prima a livello politico generale, poi in specifico nel nostro settore?

Il più grande di tutti è quello del Governo Letta.

È possibile assicurare con tutte le forze agli elettori, prima e dopo il voto, da parte del PD, che mai, proprio mai, si farà un'alleanza con il PDL per il Governo e poi fare esattamente quello? Un bel paradosso, anche se poi ci viene detto che è una cosa provvisoria, di assoluta necessità, di emergenza ecc. ecc.

Ma parliamo ancora del PD. Lo spettacolo offerto in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica è stato dei più incredibili (in senso negativo), il partito è apparso allo sbando e quasi era sembrato sul punto di dissolversi. Ma alle elezioni amministrative la somma della debolezza altrui e di un assenteismo molto forte ha fatto sì che il PD (proprio lui) abbia vinto un po' dovunque.

Paradosso per paradosso, ecco il PDL, con Berlusconi che ottiene alla fine l'agognato Governissimo: eppure, in teoria, avrebbe contro, più o meno, i due terzi del Parlamento. Ma le carte le dà lui e fa anche bloccare l'IMU.

Mentre poi si parla del bisogno assoluto di dar lavoro ai giovani, non si trova di meglio che rieleggere, oltretutto con disperazione, e in teoria per altri sette anni, Giorgio Napolitano, 88 anni in giugno.

Qual è poi l'urgenza delle urgenze, si è detto fino a poco tempo fa, a parte tutti i discorsi, serissimi, sull'economia? Ma sì, la legge elettorale, ricordate?

Ma per farla la si prende larga: un'altra bella Bicamerale (più o meno), con tanto di altri esperti esterni al Parlamento, per riformare la Costituzione, cosa che non riesce a fare da molti decenni, e la legge elettorale aspetterà ancora, evviva il Porcellum! E, per non farla ancora lunga, cosa proprio non vogliono gli italiani? Finanziare gli odiati partiti, ma anche lì si va per le lunghe: fase intermedia di qualche anno e poi 2 per mille, affinché alla fine un po' di soldi arrivino lo stesso.

Ma veniamo al settore audiovisivo. E partiamo da quello che sembra ormai il regno dei paradossi, ma sì, il Movimento 5 Stelle.

'Conta solo Internet - diceva Grillo (che anni fa distruggeva i computer) - , evitate l'odiata Tv, anzi chi ci va lo espello!'. Ma, dopo aver avuto una bella mano dalla Tv che ritrasmetteva i suoi comizi, oggi con Casaleggio sembra faccia 'lezioni di Tv' e infatti esponenti del Movimento vanno in Televisione e, mentre si mettono all'indice giornalisti e conduttori non graditi (quasi tutti), si rivendica con successo la presidenza della Vigilanza Rai. Evviva i paradossi!

L'Italia è poi sempre sotto procedura di infrazione europea per la mancata apertura del mercato (si fa per dire) televisivo e allora c'era attesa per l'asta per le tre frequenze superstiti. Zanonato e Catricalà (sempre più calato nel suo ruolo centrale per i temi dei media e della Tv) assicurano che concorderanno tutto con l'Europa e così la procedura magari decadrà. Però nel frattempo l'asta potrebbe non interessare più a nessuno e anche andare deserta. Telecom Italia Media, dopo tanti anni di perdite copiose, cede La7 al suo concessionario di pubblicità e perché la cosa vada a buon fine, deve persino in parte finanziare l'operazione. Come dire, il terzo polo o lo fa Sky o proprio non ce n'è per nessuno.

L'ultimo dei paradossi: le Tv locali. Quanti politici le hanno elogiate negli anni, quasi non si contano! Ma ora, alla prova dei fatti, le hanno abbandonate quasi tutti, più o meno, al loro triste destino. Si salvi chi può, i politici ora hanno altro a cui pensare.

Non è un magnifico Paese dei paradossi?

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