Stallo politico, rinvii, ritardi, paralisi istituzionale, un Paese allo stremo che invece non può aspettare. E naturalmente crisi, recessione, disoccupazione. Verrebbe da dire ‘che noia’, visto che da tempo non si parla d’altro, naturalmente se i temi definiti da queste parole non fossero non solo terribilmente reali ma anche molto seri e spesso ‘tragici’. Continua comunque, al momento in cui scriviamo, la fase di attesa della costituzione di un Governo e anche dell’elezione di un Presidente del…

Stallo politico, rinvii, ritardi, paralisi istituzionale, un Paese allo stremo che invece non può aspettare. E naturalmente crisi, recessione, disoccupazione. Verrebbe da dire 'che noia', visto che da tempo non si parla d'altro, naturalmente se i temi definiti da queste parole non fossero non solo terribilmente reali ma anche molto seri e spesso 'tragici'.
Continua comunque, al momento in cui scriviamo, la fase di attesa della costituzione di un Governo e anche dell'elezione di un Presidente della Repubblica: i giochi dei partiti proseguono nei loro stanchi riti, con i 5 Stelle in qualche modo già assuefatti all'andazzo generale (il problema sembra essere il potere all'interno del Movimento anziché quel che realmente serve all'Italia) e la gente a contestare, a protestare, a considerare lo Stato e la politica come 'puri nemici'.
Davvero non è un momento facile da vivere quello attuale, e naturalmente non solo in Italia.
Nel campo dei media, sono poi quasi solo dolori. Anche i grandi gruppi editoriali (compreso il nostro, tanto per non nasconderci dietro un dito) stanno archiviando bilanci negativi, se non molto negativi, relativamente al 2012, soprattutto per il perdurante crollo della pubblicità, e il 2013 è partito seguendo lo stesso trend. Verrebbe da invocare a gran voce l'insediamento di un Governo che finalmente affronti sul serio questi problemi ma lo stallo politico di cui dicevamo continua da settimane, mentre l'idea di risolvere il problema dei risultati elettorali (complesso ma noto da tempo) tornando alle urne non ci pare compatibile con la vera e propria emergenza che stiamo vivendo. Restando nel campo dei paradossi, poi, c'è chi vorrebbe tornare a votare ancora con questa legge elettorale, che sembra proprio essere stata studiata per creare una possibile situazione di stallo, per garantire a chi perde alle elezioni di non perdere poi sul serio, tanto per capirci, ma di avere un bel 'premio di consolazione' da spendere.
Ma torniamo ai problemi dei media e della Tv, tremendi non solo per la crisi della pubblicità ma anche per la tumultuosa fase di trasformazione in atto, con digitale e internet quale nuove parole d'ordine e carta e anche teleschermo 'tradizionale' a soffrire di brutto.
Per affrontare simili tremendi compiti servirebbe tanto serio studio dei problemi - riteniamo - , senza escludere la necessità di un po' di fantasia. Se però si guarda al programma del 'partito' (ci scusiamo se ci permettiamo di chiamarlo così) 'nuovo' per eccellenza, ancora il Movimento 5 Stelle, nel campo dei media e della comunicazione, si scopre, come ha fatto il collega Angelo Zaccone Teodosi questo mese, che in generale non si va molto al di là di slogan, progetti poco realizzabili, generalizzazioni valide non per governare ma semmai quali comode parole d'ordine nelle occasioni elettorali.
Il quadro è sconfortante, insomma, e le soluzioni sono ancora tutte da individuare. Il Governo Monti intanto sopravvive a se stesso, creando una situazione inedita, visto che non ha mai avuto la fiducia da questo Parlamento (altro che mai sfiduciato dal Parlamento precedente, come qualche buontempone ricorda, per giustificare quanto avviene), e sono scesi in campo pure i saggi, su cui non vorremmo fare facili ironie, perché ci pare che basti quanto detto finora per non avere molte speranze.
Le Tv locali, da parte loro, sono alle prese con nuove regole prospettate per la numerazione LCN che le relegano in posizioni peggiori rispetto a quanto accadeva prima; la litigiosità nel settore non sembra dunque aver dato molti frutti, con vantaggi per nessuno, alla fine.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, ancora gestito da Passera (sì, proprio così) per le ragioni che abbiamo visto prima, infine, rivede le graduatorie delle Tv locali pressato dalla Magistratura e così in non pochi casi a danno si aggiunge danno.
Arrivederci a maggio, magari la primavera porterà davvero qualche novità.