Il risiko della pay-tv di Mediaset

Al Jazeera, Vivendi, Telecom Italia, Sky, si moltiplicano le voci e i nomi dei possibili soci/compratori di Mediaset Premium. Intanto si dovrà procedere a breve con la separazione da Mediaset e quale AD si fa il nome di Franco Ricci.

Quale sarà il destino di Mediaset Premium non è ancora chiaro, ma certamente entro i prossimi mesi qualcosa accadrà visto l'intreccio di ipotesi che vede al centro la pay-tv del Gruppo di Cologno. Pay Tv che alla famiglia Berlusconi non ha dato le gioie che si aspettava, mentre invece potrebbe costituire un bel bocconcino per altri competitor più aggressivi e smaniosi di farsi largo nel mercato italiano.

Al momento le ipotesi sono quelle di allargare l'azionariato, che ha già visto il recente ingresso di un socio importante come Telefonica, oppure di cedere in toto l'intera azienda. A ronzare attorno a Mediaset Premum con l'intento di diventarne consocio ci sono da tempo Al Jazeera, ma soprattutto Vivendi, il gruppo francese padrone di Havas e della pay Canal Plus che fa capo al finanziere francese Bollorè, uno che da noi ha da tempo messo radici con Mediobanca e altre importanti partecipazioni in società, tra le quali spicca il recentissimo ingresso in Telecom Italia, frutto di un accordo con Telefonica. Gli spagnoli rilevando da Vivendi l'operatore delle Tlc brasiliane GVT hanno consegnato al francese l'8,5% di Telecom Italia, una quota che a quanto si legge potrebbe anche lievitare al 20% trasformando così Bollorè nel socio forte dell'operatore Tlc nazionale.

Il padrone di Havas avrebbe quindi un doppia opzione per entrare in Mediaset Premium: o stringere un accordo strategico con Vivendi attraverso la controllata Canal Plus, oppure addirittura tentare di acquisirla attraverso Telecom Italia.

Quest'ultima è una subordinata di un'ipotesi ancora più ambiziosa: la fusione tra l'intera Mediaset e Telecom Italia. Un'operazione di cui si parla da dieci anni, tornata in auge negli ultimi mesi, non solo complessa e politicamente sensibile, ma anche poco praticabile perché fuori dai limiti antitrust stabiliti dalla legge Gasparri.

L'acquisizione della pay di Cologno, in cambio, si dice, di un 8% di Telecom Italia è invece tecnicamente fattibile e infatti Fedele Confalonieri non ha smentito l'ipotesi. Che però non sembra piacere all'Ad di Telecom Italia, Marco Patuano nonostante costituisca una delle possibili linee di sviluppo strategico sul ricalco di quello che ha già fatto British Telecom comprando i diritti del calcio o Vodafone, che ha acquisito aziende di contenuti in Germania e Spagna. L'integrazione infatti permetterebbe alla pay di accedere ai clienti Telecom Italia con un forte ritorno in termini di abbonati.

Va però tenuto presente che Telecom Italia non è ancora controllata da Bollorè e che ha stretto da poco, in due fasi, un accordo strategico con Sky Italia.

Come si può intuire siamo di fronte a un risiko di non facile soluzione. Bollorè, che sembra non voler sprecare la grande occasione di entrare nel mercato televisivo nazionale, è amico di vecchia data di Silvio Berlusconi. Ma in questo momento appare protagonista su un mercato stanco e asfittico. Il risiko si complica ulteriormente, colorandosi perfino di giallo, se si desse credito a un articolo pubblicato da un noto quotidiano nazionale dove si prospetta il passaggio di Mediaset Premium nientedimeno che a Sky Italia. Ma qui siamo di fronte a un probabile esercizio di fantapolitica…

Intanto, per venire a cose più immediate e concrete, come scrive www,primaonline.it, “è previsto entro metà novembre il consiglio di amministrazione di Rti che dovrebbe conferire le attività televisive pay alla nuova Mediaset Premium spa. La nuova società, in cui entrerà con l'11,1% (100 milioni di euro investiti) la spagnola Telefonica, avrà in pancia 600 milioni in diritti l'anno (per il prossimo triennio il campionato di calcio di Serie A per il digitale terrestre e l'esclusiva per la Champions, film e serie).
Ancora non si conosce il nome del presidente, ma secondo indiscrezioni l'amministratore delegato sarà Franco Ricci, manager presente nel gruppo fin dalle origini e responsabile di tutta l'area Operazioni, mentre per i manager di prima fila, alla direzione contenuti è destinato Yves Confalonieri, a quella tecnologica Ernesto Pettazzi, a quella commerciale Marco Rosini. Direttore della redazione sportiva della nuova Mediaset Premium sarà Alberto Brandi con Fabio Cazzaniga responsabile della produzione dei programmi sportivi.

Dall'attuale testata Sport Mediaset verrà scorporata la redazione motori (il Superbike va in onda su Italia 1) e quella del web che verranno assorbite da Videonews, il cui direttore Claudio Brachino rimarrà responsabile dell'informazione sportiva delle reti generaliste, facendo in pratica da interfaccia tra la tv pay e quella free.

Il conferimento delle attività pay alla nuova società comporta il passaggio di circa 300 persone, tra cui 44 giornalisti. L'operazione ha originato una certa fibrillazione sindacale. Trattative sono in corso dopo l'incontro a cui hanno partecipato a metà ottobre, tra gli altri, per Mediaset il direttore centrale personale e organizzazione Niccolò Querci, il direttore generale dell'Informazione Mauro Crippa e Gina Nieri, direttore divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi strategiche; per la Federazione nazionale della stampa il segretario nazionale Franco Siddi e Guido Besana, della giunta esecutiva”.

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